Benedetto XVI: silenzio e riflessione

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IL MONOLOGO DEL QUADRO

"A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, FRAN, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'é una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, ....verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buonanotte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, FRAN!!!. Non si capisce" (da "Novecento", di Alessandro Baricco)

Cosa succede non si comprende! Cosa succede nella mente di un uomo quando decide, cosa lo spinge in un senso piuttosto che in un altro? Quale molla fa scattare una decisione? Comincia la valutazione delle cose, si finisce con il considerare ciò che è meglio a prescindere dalle conseguenze che questo possa portare? Non credo!

Il quadro cadendo si rompe? Questo è possibile! Ma cos’è che ci porta in una direzione piuttosto che in un'altra, questo lo conosce solo il cuore dell’uomo, la sua mente il suo modo di vedere e concepire le cose.

A noi cosa resta? Accogliere e comprendere che il gesto in sè è parte di quella libertà che ci è stata data in dono. Il resto è opinabile, poiché tutto lo è ma senza il pregiudizio di essere giudici dell’altrui pensiero.

Ma questo sempre?

Qui entra l’uomo, la sua costruzione mentale, le sue concezioni etico-morali, la sua intelligente cultura, per cui alcuni accadimenti sono opinabili e come tali vanno trattati, altri sono esecrabili e come tali vanno trattati, altri ancora sono grandi e come tali vanno trattati.

Il punto che spesso a voler dare definizione delle cose che accadono, si finisce con il credere che la propria interpretazione sia quella più giusta (bontà nostra!). Si cerca di interpretare l’agire umano, ma appunto si cerca: poiché il cuore di un uomo chi può dire di conoscerlo veramente?

Ecco perché più che esprimere ciò che il mio cuore, la mia sapienza può cogliere (che non sempre è la verità anzi...) mi piace un rispettoso silenzio, quasi basito di fronte a quelle scelte di immane portata ma allo stesso tempo piene di un'umanità spesso a noi sconosciuta.

Il pensiero però corre e si ferma di fronte ad un monologo che magari potrà sembrare banale (probabilmente lo è), e si sofferma su di una frase “Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, FRAN!!! Giù, cadono!
Cosi per le cose, le idee, le certezze che fino a ieri ci sembravano inattaccabili, eppure accade che…

Il resto è silenzio e intima riflessione…