Su mons. Charamsa

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Mi rendo conto di arrivare un po' in ritardo con questo mio pezzo sul "caso Charamsa"; nell'epoca della Comunicazione Digitale, anche le notizie corrono, sfumano e passano alla velocità della luce.

Tre cose tre, però, vorrei virtualmente vergarle sulla "carta digitale" di questo blog: concedetemi venia, soprattutto se, nella mia digressione, non sarò sempre politicamente corretto.

  1. A prescindere dall'omosessualità o eterosessualità, l'ordinato/a promette castità, oltre a povertà ed obbedienza. Una cosa é la tentazione di sesso, denaro e potere, che attanaglia tutti, prelati compresi (anzi soprattutto! L'abito talare é un catalizzatore in tal caso, non un campo di forze retroazionante, perché, si sa, per distruggere un esercito se ne minano i capi, e Satana lo sa benone questo). Altro, però, é sbandierarlo ai quattro venti con fare criticone, supponente e, se vogliamo, furbescamente malizioso. Cui prodest? Se al Charamsa non stavano piú bene le "regole" della comunità cui aveva liberamente scelto di appartenere, divenendone per giunta alto pastore, poteva tranquillamente andarsene in silenzio.

  2. Questa sua uscita d'alto ingegno per conto terzi del Charamsa, cosa aggiunge all'eventuale soluzione di quell'eventuale problema individuato proprio dal Charamsa stesso? Nulla, mi pare. Ergo, se qualcosa non serve ad edificare...

  3. Beh, l'istituzione Chiesa non mi sembra tutto questo granché di intolleranza, se il Charamsa ha (scriviamo elegantemente) coltivato la sua relazione pur continuando a ricoprire i ruoli che ha ricoperto all'interno dell'istituzione Chiesa e sfruttandone i privilegi senza curarsi del fatto che quei ruoli impongano servizio (a memoria, "chi vuol essere il primo si faccia servo di tutti").

Concludo con una riflessione "gomblottista" ed una chiosa ironica.
La riflessione: chi lo sa se il mandante dell'ormai ex alto prelato, nel "suggerire" l'outing, volesse raggiungere ed ottenere uno scopo prettamente ultra-conservatore? Lo scopriremo solo vivendo, cantava Antonella Ruggiero nell'adagio di un famosissimo brano dei Mattia Bazar...
La chiosa: ma al suo compagno, il Charamsa, lo avrà rivelato di essere un sacerdote?

Alla fine di questo mio scritto, mi rendo conto di aver ceduto pure io all'incremento del bailamme mediatico (di intensità invero molto minore alle aspettative). Mea culpa. Il silenzio, in siffatti casi, avrebbe giovato molto di più. Da parte di tutti.

Tags: Charamsa   Vaticano   gay   prete   sacerdote   Sinodo   famiglia