Pensieri sparsi di un vecchio di 38 anni

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Caro blog, mi trovo, in questi giorni di afa estiva, ad approcciarmi ad una constatazione, più che una riflessione: sono un vecchio di 38 anni. Ed il tutto nasce dalla quotidianità, dall'esperienza giornaliera di questa era social che si dipana fra Like e cuoricini e di cui anche tu, caro mio blog, sei parte.

Tante volte mi hai visto pubblicare e trattare di politica, nelle tue pagine, e credo davvero che la politica sia passione e servizio. Sai, caro blog, oggi vedo che non è così, almeno non nella generalità di chi si approccia alla politica: siamo rimasti in pochi, di quei samurai, mio caro blog. Credo che, in politica, la linearità di pensiero sia un valore aggiunto, ed è per questo, caro mio blog, che oggi mi rendo conto di essere un vecchio di 38 anni, perchè le arzigogolature della politica odierna, credimi, proprio non riesco a capirle. Leggo di doppie e triple giravolte nella politica locale (l'ultima, se proprio lo vuoi sapere, caro mio blog, la ritrovo nella costituzione del Direttivo reggino di Articolo 1 MDP...); leggo di cambi di casacca nella politica regionale; leggo di salti mortali doppi carpiati di esponenti nazionali per giustificare la poltrona o il "capo" di turno, e mi rendo conto di essere un vecchio di 38 anni. Perchè? Perchè in tutti questi ghirigori, la politica, in Calabria, si è scordata (e ti scrivo solo di questi giorni) di 130 famiglie della Locride (o forse no, aspetta, potrebbe esserci rimasto un giudice a Berlino) nonchè di 380 famiglie di ormai (purtroppo) ex dipendenti del Porto di Gioia Tauro (e qui il silenzio impèra, caro blog):

Volesse il cielo, caro blog, che io mi sentissi un vecchio di 38 anni solo per la politica! Sai, con il caro amico Franco Maiorana, che tante volte ti ha omaggiato del suo pensiero, abbiamo imbastito una bella chiacchierata virtuale, via Facebook (scusami, ti ho tradito), su Don Milani e la scuola.
Nel divenire dei commenti, un evento del mio quotidiano mi ha riportato alla mente come Don Milani sia sempre più attuale, soprattutto nei giorni nostri. Di che evento parlo, chiedi? No, caro blog, non ti posso rivelare nulla più se non che, da vecchio di 38 anni, credo che a scuola un buon professore debba essere un buon educatore, insieme ad un bravo insegnante. Ebbene, caro mio blog, nei giorni scorsi ho appreso che la furbizia (quella becera, quella che, per intenderci, ti fa superare un concorso copiando da quello bravo o grazie ad una raccomandazione) nella scuola di oggi ha un suo fascino da premiare, e che l'inclusione sociale, la voglia di non lasciare "gli ultimi" di questa società abbandonati a se stessi, il valore dell'impegno e del merito, beh, tutte queste cose lasciano il tempo che trovano di fronte ad un "la scaltrezza - di cui sopra - oh... anche quella è una virtù" :-o !!! Caro diario, esticazzi no?!? Ma, pensandoci bene, caro blog, non trovi che questi docenti, col loro appiattirsi sugli aspetti beceri della moderna società volendoli far passare come elementi normali ai quali adeguarsi, contribuiscano alla delegittimazione della scuola di oggi, per come ne scrive il Prof. De Mauro?

A proposito di ultimi e di politica, volevo aggiungere a questi pensieri sparsi anche altri tre, che prelevo direttamente da Facebook (non essere geloso, tanto, ho già deciso di allentarne la frequentazione, per via del mio fegato che non ce la fa più)

Bah, caro diario, un saluto dal tuo vecchio amico trentottenne, che non vede l'ora di rincoglionirsi: almeno non capirò più nulla di quanto mi sta attorno.