La memoria della Shoa

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Mentre scrivo, è appena iniziata la Giornata della Memoria per l'anno 2013.

In occasione dell'anniversario di quel 27 Gennaio 1945, giorno in cui venne liberato dalle truppe sovietiche il lager di Auschwitz, ogni anno, internazionalmente, si celebra questa ricorrenza a memoria delle vittime del nazismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

In Italia, la Giornata della Memoria venne istituita dalla Legge 20 luglio 2000, n. 211 "Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000 (URL consultato in data 27 gennaio 2011).

Il testo dell'articolo 1 della legge italiana definisce così le finalità del Giorno della Memoria: «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.»

Ma perchè dovremmo limitarci ad un solo giorno per ricordare? Certo, questo giorno è molto utile per questa società "di claudicante memoria". In alcuni casi serve per ricordare, in molti per far ricordare e permettere di trasferire dai sopravvissuti alle nuove generazioni la "conoscenza" di quei terribili, barbari, oserei dire malefici tempi.

Oggi, il ricordo della Shoa è purtroppo ed addirittura messo in discussione. Non è inusuale correre il rischio di ricordare l'orrore della Shoa, dimenticandosi degli odierni olocausti e dando, così, la stura ad antisemiti revisionisti demagoghi di gettar fango sul momento più alto che l'uomo poteva istituire per condannare ogni violenza barbara di qualsiasi dittatura ed ogni prevaricazione nascosta dietro motivi di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Personalmente, invece, ritengo che il Giorno della Memoria sia un momento alto per gridare "Mai più" e perchè questo grido riecheggi nelle ere e risuoni in tutti i luoghi della terra, facendo sì che il ricordo perduri ovunque oltre il 27 Gennaio.

È per questo che qui ho scelto, per ricordare, un brano tratto da "La notte" di Elie Wiesel, dal titolo "Mai dimenticherò quella notte". In esso, l'autore descrive le impressioni suscitategli durante il primo giorno e la prima notte di permanenza nel campo, che non lo abbandonarlo più.

Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.