La storia di Maria, San Giuseppe, il Bambino e l'asinello

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Un giorno mi trovavo a chiacchierare con mia moglie e mia suocera su amenità varie, ed il discorso passa velocemente su un evento di gossip paesano, uno di quelli in cui c'è sempre qualcuno che fa qualcosa e qualcun altro che avrebbe fatto assolutamente meglio. A tal proposito, allora, mia suocera mi raccontò una sorta di "paraboletta" che coinvolge la Sacra Famiglia, di chiara e gustosa natura popolare. Mi piace metterla per iscritto su questo blog, per ricordare per primo a me stesso che "solo chi fa, può sbagliare" (altra citazione tramandatami da un saggio uomo, mio padre). Forse questa storia la conosceranno in molti; in tanti tra di voi troveranno varianti e differenze.

Dunque, per sfuggire alla strage degli innocenti di Erode, san Giuseppe, la Madonna e il Bambino si erano incamminati sulla via per l'Egitto. Maria, con il piccolo Gesù, viaggiava seduta su un asino, guidato a piedi da san Giuseppe. La gente che li vede passare non esita a criticarli. «Ma guardate quella donna, lei sta comodamente seduta sull'asino e fa andare a piedi il suo anziano marito». I tre profughi, sentiti i commenti, decidono di fare a cambio. San Giuseppe a dorso dell'asino e la Madonna a piedi. Il nuovo gruppo di persone che incrociano non esita a commentare duramente: «Che uomo snaturato, lui, come un padrone, sull'asino e la povera moglie con il figlioletto a piedi, che crudeltà». San Giuseppe e la Madonna allora decidono di salire tutt'e tre a dorso dell'animale. «Ma che famiglia insensibile» commenta la gente. «Tutt'e tre su quella povera bestia. La uccideranno». Al che la Sacra Famiglia decide di scendere dall'asino e di proseguire a piedi. Non gliela fanno buona: «Ma che avari, non salgono sull'asino per paura di consumarlo».

La morale è tanto chiara quanto la storia, con i guardiani dell'asino sempre in agguato.