Dalla Grande Depressione alla Grande Recessione: i "top 1%" creano lavoro o crisi finanziarie?

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Una alta concentrazione di ricchezza tra i Top 1% precede la più grande crisi finanziarie della storia recente: una coincidenza?

Gli anni che precedono la Grande Depressione del 1929 e la Grande Recessione del 2008 non solo erano caratterizzati da un rapido movimento di capitali e speculazioni finanziarie indiscriminate, ma anche da disuguaglianze economiche estremamente elevate. I legami tra disuguaglianza e crisi possono essere apprezzati cercando in fluttuazioni temporali della percentuale di ricchezza posseduta dall'1% della popolazione nel corso del secolo scorso negli Stati Uniti. Non a caso, picchi di disuguaglianza economica hanno coinciso con picchi di liberalizzazione finanziaria, ed entrambi si sono verificati prima delle due più grandi crisi economiche della storia recente.

Sia il "Gilded Age" dell'alta finanza (prima della Grande Depressione) che la nuova era dell'iper-finanziarizzato neoliberismo (prima della Grande Recessione) sono stati momenti di stagnazione dei salari dei lavoratori e profitti alle stelle per una minoranza di ricchi investitori e aziende. Ma esattamente come queste condizioni hanno portato alla Grande Depressione e alla Grande Recessione?

Numerosi economisti hanno effettivamente spiegato, in maniera abbastanza convincente, come la disuguaglianza eccessiva può aumentare la vulnerabilità alle crisi economiche [1, 2]. Ora, anche il FMI sembra più incline a riconoscere il nesso causale tra questi due fattori. Un recente documento del FMI ha concluso non solo che l'associazione tra disuguaglianza e crisi è plausibile, ma ha anche sostenuto che la strategia più efficace per prevenire crolli in futuro è quello di ripristinare "potere contrattuale del gruppo di reddito più basso" [3]. Ciò può far sembrare come il Fondo Monetario Internazionale e gli operai di tutto il mondo ora condividano la stessa agenda politica. Ma non c'è bisogno di essere un socialista per capire che la concentrazione eccessivamente elevata di asset e ricchezza porti alla vulnerabilità finanziaria.

Uno dei meccanismi più importanti di collegamento fra disuguaglianza e crisi è proprio in ciò. Mentre il divario di ricchezza tra ricchi e poveri si allarga, più denaro fluisce verso le classi sociali elevate, mentre i salari dei lavoratori ristagnano o vanno verso il declino. Ciò significa che i ricchi hanno più possibilità di spendere troppo in lussi e merci alla moda, mentre i lavoratori lottano per mantenere gli standard di base della vita. Quando i ricchi aumentano la loro spesa, tuttavia, inducono il resto della società a fare lo stesso. Ciò si verifica perché le persone ai gradini medio-bassi della scala socio-economico, al fine di tenere il passo con lo status sociale o semplicemente per difendere i loro standard di vita, devono spendere più del loro reddito. Il guaio è che la stagnazione dei salari e del potere d'acquisto in calo di poveri e della classe media li costringono a un eccesso di prestito privato, soprattutto quando i tassi di interesse sono molto bassi. Tra il 2003 e il 2007, il debito dei consumatori degli Stati Uniti è più che raddoppiato [3]. Lo stesso si è verificato anche nel periodo 1925-1929 [4]. Non si tratta di una coincidenza.

Nel promuovere l'indebitamento dei consumatori, le elevate disuguaglianze in ricchezza reddito permettono ai ricchi con grandi quantità di capitale in eccesso di investire a breve termine gli utili in attività finanziarie altamente speculative. Insieme con la finanziarizzazione dell'economia, sia il pesante indebitamento nella parte inferiore della scala sociale che l'eccessivo sciacallaggio di investimenti a breve termine nella parte superiore, promuovono distorsioni dei prezzi e bolle di attività, o discrepanze tra il prezzo dei beni ed il loro valore reale. Ciò è rischioso. Le speculazioni patrimoniali possono portare a crolli finanziari per un motivo molto semplice: i prezzi dei beni non possono crescere per sempre. Come tutte le bolle, prima o poi, scoppiano in termini speculativi.

Inoltre, c'è un altro importante modo con cui un'elevata disuguaglianza ha promosso l'instabilità finanziaria: attraverso quella che viene definita in termini inglesi "regulatory or policy capture". Ciò accade quando i governi, invece di prendere decisioni sulla base delle priorità pubbliche, promuovono gli interessi particolari di alcuni gruppi della società, in genere i più ricchi. Questo è esattamente ciò che è successo. Dall'inizio dell'era della globalizzazione neoliberista, i governi sono stati sempre più dominati dagli interessi dei potenti finanzieri, che hanno acquisito abbastanza potere economico e politico per dettare le politiche. Dagli anni '70, si sono impegnati in massicci sforzi di pressione e patrocinio politico a sostegno della deregolamentazione finanziaria. Questo non è sorprendente. Sebbene la liberalizzazione finanziaria ha dimostrato di essere deleteria per la popolazione generale, queste politiche hanno portato a concentrazioni molto elevate di ricchezza nelle classi migliori sociali [5, 6, 7, 8, 9, 10]. Non c'è da stupirsi se l'1% ha lavorato così duramente per promuovere queste riforme.

Bibliografia

1. Reich R. Aftershock: The Next Economy and America’s Future. New York: Random House, 2010.

2. Rajan R. Fault Lines: How Hidden Fractures Still Threaten the World Economy. Princeton: Princeton University Press, 2010.

3. Kumhof M, Ranciere R. Inequality, Leverage and Crises. IMF Working Paper. Washington, DC: International Monetary Fund, Research Department, 2011.

4. Kindleberger C. The World in Depression, 1929-1939. Berkeley: University of California Press, 1986.

5. Obstfeld M, Rogoff K. Global Imbalances and the Financial Crisis: Products of Common Causes. Federal Reserve Bank of San Francisco Asia Economic Policy Conference. Santa Barbara, CA, 2009.

6. Keys B, Mukherjee T, Seru A, Vig V. Did securitization lead to lax screening? Evidence from subprime loans. Quarterly Journal of Economics 2010;125(1):307-62.

7. Taylor J. Getting Off Track: How Government Actions and Interventions Caused, Prolonged and Worsened the Financial Crisis: Hoover Institution Press, 2009.

8. Anderson K. International perspectives on household wealth. Comparative Economic Studies 2009;51(2):274-77.

9. Gills B. The Swinging of the pendulum: The global crisis and beyond. Globalizations 2008;5(4):513-22.

10. Cassidy J. How Market Fails: The Logic of Economic Calamities. Farrar Straus Giroux, 2009.


Traduzione dall'originale in lingua inglese, scritto dal Prof. Roberto De Vogli e consultabile sul sito www.progressorcollapse.com (visitato in data 16 Febbraio 2013).