IL PIL, secondo Bob Kennedy

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Cercavo su Internet notizie non tanto in merito al Prodotto Interno Lordo (il PIL) quanto rispetto ad altri indicatori che potessero fornire informazioni quantitative sul benessere di una Nazione. Questo perchè credevo di sapere cosa sia il PIL...

Il tempo imperfetto non è utilizzato a caso... le parole che Robert Francis Kennedy, meglio conosciuto come Bob Kennedy o RFK, ha pronunciato all'Università del Kansas il 18 marzo del 1968, tre mesi prima di cadere vittima in un attentato a Los Angeles, mi hanno aperto nuove prospettive. D'altro canto, la pursuit of happiness (ricerca della felicità) è insita nel genoma statunitense, dato che la Dichiarazione di indipendenza dei tredici Stati Uniti d’America del 4 luglio 1776 recita che essa è tra gli inalienabili diritti dell’uomo.

Quelle parole le voglio riproporre qui: dovremmo tenerle tutti ben presenti.

«Con troppa insistenza e troppo a lungo, sembra che abbiamo rinunciato alla eccellenza personale e ai valori della comunità, in favore del mero accumulo di beni terreni.

Il nostro Pil ha superato 800 miliardi di dollari l'anno, ma quel PIL - se giudichiamo gli USA in base ad esso - comprende anche l'inquinamento dell'aria, la pubblicità per le sigarette e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine settimana.

Il Pil mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck, ed i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Comprende le auto blindate della polizia per fronteggiare le rivolte urbane.

Il Pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori famigliari o l'intelligenza del nostro dibattere.

Il Pil non misura né la nostra arguzia, né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra compassione, né la devozione al nostro Paese. Misura tutto, in poche parole, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.

Può dirci tutto sull'America ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani».