Inchiesta Unioncamere sui lavori più richiesti e con meno candidati

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Uno studio Excelsior di UnionCamere terminato nel Novembre 2012 mostra come vi siano in Italia settori che non conoscono crisi e professioni dove è difficile trovare personale adeguatamente specializzato. Per esempio in Lombardia 9 progettisti informatici su 10 sono difficili da trovare. Nel Lazio le imprese che cercano termoidraulici non riescono a rimpiazzare i propri collaboratori e in Trentino Alto Adige le imprese sono “a caccia” di camerieri non stagionali.

In tutto, 65 mila posizioni, ovvero il 16,1% delle assunzioni non stagionali previste dalle imprese, rimangono scoperte allo stato attuale. In alcune regioni o in singoli profili professionali, poi, i numeri sono quasi incredibili.

Sono soprattutto i laureati ad essere stati difficili da reperire nel 2012, con il 20% delle posizioni lavorative correlate rimaste scoperte. Per i diplomati superiori, su 166 mila assunzioni non stagionali previste nel 2012, il 16,2% è risultato introvabile. Da notare, però, che in entrambi i casi i numeri sono minori rispetto all'anno precedente, a causa della contrazione dei piani di assunzione.

I laureati nei diversi indirizzi di Ingegneria rappresentano i candidati ideali per ben 9 della prime 20 professioni in cui i “dottori” sono ritenuti introvabili, a dimostrazione che questo titolo di studio offre altissime opportunità di assunzione, a patto sempre di un’adeguata preparazione dei candidati, meglio se arricchita da un’esperienza, unita anche ad una flessibilità nello svolgere le professioni per cui sono chiamati a ricoprire.

Svariati profili prevalentemente richiedono la Laurea in Informatica, ma sono anche difficili da trovare i progettisti meccanici (per cui si richiedono soprattutto ingegneri meccanici e navali), introvabili per quasi un terzo delle richieste, pari ad oltre 500 unità sulle 1.800 circa assunzioni previste.

Tra le prime posizioni per difficoltà di reperimento si collocano anche i revisori contabili (per i quali le imprese cercano soprattutto laureati in scienze economico-aziendali, del marketing e dell’amministrazione), introvabili in oltre un terzo dei casi.

Le professioni di maggiore sbocco occupazionale sono date dagli infermieri con 3.500 assunzioni di laureati circa, seguiti dagli addetti all’amministrazione (3.000) e dagli educatori professionali (2.200). Ma troviamo anche farmacisti e professori di scuola secondaria superiore.

Nel contesto delle posizioni accessibili tramite diploma di scuola superiore, è notevole la ricerca di personale in contesti di nicchia, coinvolgenti attività d'artigianato tradizionali tipiche del Made in Italy. È il caso soprattutto dell’indirizzo legno, mobile e arredamento (180 le assunzioni “difficili” su quasi 400), introvabile in un caso su due. Prossima al 40% anche la difficoltà di reperire diplomati nell’indirizzo delle telecomunicazioni (230 gli “introvabili” su 600).

La domanda delle imprese non si incontra con l’offerta in almeno un quarto delle assunzioni in altri quattro indirizzi: quello termoidraulico, quello tessile, abbigliamento e moda, quello elettrotecnico e quello turistico-alberghiero. Il sistema produttivo, poi, richiede assunzioni anche nell’indirizzo meccanico (oltre 15mila non stagionali previste, di cui quasi 3mila “difficili”), nell’amministrativo-commerciale (quasi 6mila gli irreperibili a fronte di 40mila richieste, seppur il tasso di difficoltà sia più basso della media) e, in assoluto, l’indistinta domanda di diplomati per i quali le imprese non hanno specificato l’indirizzo di studio: 67mila le assunzioni non stagionali previste per questi diplomati, delle quali quasi 10mila considerate di difficile reperimento.

A questo punto, alla fine di questa esposizione, sorge una immediata ma necessaria chiosa. Di fronte a questa situazione, come mai appare comunque difficile al sentir comune l'accesso al mondo del lavoro? Forse perchè le posizioni richieste sono troppo specifiche/specialistiche o richiedono una certa dose di esperienza che il giovane diplomato/laureato non possiede o non ritiene di possedere? Personalmente penso di si.

Nonostante le varie riforme dei percorsi scolastici, il divario scuola-lavoro appare ancora ampio in Italia. Una riforma organica che riconosca l'intrinseca dignità e nobiltà ai percorsi scolastici tecnici e professionali è assolutamente necessaria, accompagnandola con stage professionalizzanti utili al curriculum iniziale del giovane che si propone per la prima volta al mondo del lavoro. Si dirà: ma queste cose sono state già fatte negli ultimi anni. Ne siamo sicuri? O piuttosto chi si è avvicendato al Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca ha preferito dare una propria impronta, particolare e particolaristica, dogmatica ed invero a compartimenti stagni, fornendo eventualmente gli strumenti risolutivi ma togliendo al contempo la possibilità di utilizzarli (leggasi tagli ai finanziamenti)?

Inoltre andrebbe migliorato e preferito l'istituto dello stage e dell'apprendistato: in questo, la riforma Fornero (che pur ha tanti lati negativi) ha tracciato un primo solco; andrebbe seguito, evitando di far lo stesso errore delle "riforme scolastiche" riducendo il tutto ad armi spuntate. Infine, ultima cosa: vogliamo o no far funzionare, in questa benedetta Italia, gli Uffici Provinciali di Collocamento? Alla prossima.


P.S. Per saperne di più sulle professioni aperte, consultate il sistema informativo Excelsior dell'Unioncamere.