Le «primarie non etiche» non fanno governare

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A volte dire le cose in modo semplice e diretto aiuta, più che a dirlo in modo complesso, rigoroso e scientifico, come di regola si richiede a noi scienziati.
Vorrei provare a farlo, anche se i cittadini -  è bene  che ormai lo sappiano - devono sapere che la società è molto complessa da governare e che mandare dei dilettanti "festaioli" in  Parlamento non è una cosa saggia. Non voglio parlare di colpo di Stato. I fatti parleranno semmai.  In Parlamento si fanno le leggi e queste le possono fare - divisi in commissioni per argomento - solo le persone esperte ed aggiornate internazionalmente, nei diversi argonenti: in questo senso la direzione centrale dei partiti che hanno fatto le primarie doveva dividere anche per argomenti la possibilisti di candidarsi: tutti artisti, poeti, acculturati, sindacalisti, giornalistie che finora hanno taciuto, iuslavoristi faciloni, mogli-sorelle di ex morti in missioni estere militari ? E chi pensa alle riforme strutturali a fini industriali? Infrastrutturali? Energetici? Di Sicurezza del Paese (magari senza inventarsi ora un aumento di rapine, come sta facendo demagogicamente il PDL!)

Ma i governi cadono sulla "cultura" di Matteo Orfini? O invece su Ilva e sulla cancellazione dei poteri locali rispetto alle urgenze Statali?

Si, festaioli, candidati spesso festaioli, che passano il "numero" e non la "qualità" per le primarie, perché chi passa il tempo a studiare, ad aggiornarsi, a seguire le ultime evoluzioni internazionali non ha tempo di cene elettorali, Facebook, Twitter e quanto altro serve al giorno d'oggi per avere le famose 500-1000 firme che siano, per accedere a qualsiasi forma  di primarie, o seguire Grillo a nuoto.

Ovvio che si apprezzano le primarie rispetto ai parlamenti fatti di ballerine, indagati e gente che magari coordina l'ambientalismo ideologico italiano e non ha neanche la laurea! E soprattutto non consulta il nostro ambientalismo tecnologico! Ma vuole sedere al posto nostro in Parlamento.

Non dico che il candidato al Parlamento si debba necessariamente allineare culturalmente ai dottorati dei precari della nostra ricerca - che però guadagnano 1500€ al mese invece dei loro previsti 10000 all inclusive - ma almeno abbia il pudore di raccontare, come faccio io, che non tutti i curriculum dei candidati sono stati fatti girare agli iscritti ai partiti, come PD, con pari opportunità.

Meglio allora avere in Parlamento i veri proletari - i precari della ricerca - se non volete noi dirigenti di ricerca o cattedratici aggiornati rispetto a questi cooptati parlamentari inesperti ma "relazionati numericamente" e non "qualitativamente", di cui si sono riempire le liste dei partiti tradizionali o dei partiti "anti politica".

Un oblio della democrazia e della meritocrazia ed un trionfo del populismo "ciattaro" (termine da me coniato per indicare un consenso derivante da chat di basso livello scientifico).

Far entrare, come vorrebbe fare il PD, persone di fatto tutte o quasi con lo stampìno, lasciando scoperte le questioni (eletti) più rognose e che fanno cadere subito i governi (energia, industria, infrastrutture) è un controsenso politico e serve solo ad aumentare il numero di pensioni dei parlamentari, magari anche questi in carica solo per i fatidici mesi che servono per acquisire cotanta pensione.

In questi anni, mesi, settimane si stanno sgretolando tutti i meccanismi di antica referenziazione del passaggio alla politica parlamentare: la meritocrazia scientifica e culturale da parte di anziani statisti o da parte di organismi referenziati e non da amici degli amici sta venendo meno.

Questo porta il Paese nel baratro, soprattutto quando un territorio è densamente popolato ed anche il sottosuolo è utilizzabile ormai per più scopi (produzione calore, acqua, idrocarburi, energia, stoccaggio fluidi, ecc...) tutti urgenti, tutti indispensabili.
Qualsiasi attività svolge un cittadino, soprattutto se manteniamo una Costituzione basata su "Lavoro" e non passiamo rapidamente ad una Costituzione basata su "Salute", "Sapere" e "Sicurezza", ha bisogno di energia. La chimera che le auto elettriche non si ricaricano con la spina della corrente elettrica e che questa operazione non la devi poter consentire a 9 miliardi di persone (siamo democratici e di sinistra no??), tutti i giorni, per qualsiasi spinotto usi, deve finire. Le esemplificazioni chimeriche degli ambientalisti ideologici definiti bene da un recente numero di "Internazionale" (certo non giornale di destra!!) devono finire.
Serve che i cittadini non ragionino a concetti generici (vento, sole, auto elettriche, biomasse, biocombustibili etc..) ma ragionino con i numeri crescenti di una domanda di beni, risorse, energia, opportunità, nozioni da sapere, crescenti. Occorre che il cittadino riesca a vedere i conflitti di interesse sul suo territorio e sotto i suoi piedi.

Il consenso "numerico" ad un candidato durante delle primarie partitiche non necessariamente significa che quel candidato sappia poi spiegare scientificamente la realtà delle cose ai cittadini, come normalmente lo facciamo noi che per mestiere le dobbiamo spiegare con il massimo realismo ed etica professionale possibile.

Quel candidato per mantenere il consenso di quel migliaio di cittadini che lo hanno "firmato" (tra l'altro senza che gli siano invece arrivati contemporaneamente da "firmare"i curriculum degli "informatori politici non auto-referenziati e realisti, vale a dire noi scienziati, come e' accaduto x le primarie PD romane) dovrà comunque continuare a raccontare ai suoi elettori delle cose non vere e certificate scientificamente,  per mantenere gli interessi del suo elettorato.

Ma questi interessi hanno sempre meno spazio e fondi disponibili in un Paese da cui l'industria scappa, qualora l'Agenda Monti non sia seguita alla lettera. Parlo di interessi di mantenere la possibilità di mangiare ettari di territorio passando dai palazzinari di prima a quelli nuovi, parlo della possibilità di mantenere gli incentivi sulla installazione delle rinnovabili invece che sui reali MW elettrici prodotti, parlo degli interessi degli assicuratori ad ottenere una legge con cui  i cittadini sono costretti  a pagare obbligatoriamente anche per la loro casa. Una altra tassa quindi, ma da pagare a privati (tali sono le assicurazioni).

Intanto i partiti non debbono intromettersi nelle cariche scientifiche perché poi i conflitti di interessi del territorio, sottosuolo e delle persone fisiche si sommano: un esempio per tutti mettere a capo di un Dipartimento Ambiente e Territorio (Pianeta Terra italiano) un sindaco o un coordinatore di sindaci di un partito (vero) indebolisce quel partito, indebolisce la ricerca, indebolisce i comuni interessati, ed in un paese civile del Nord Europa non sarebbe mai accaduto.
La Terza Repubblica al momento attuale mi pare sia solo il rigor Monti-Bondi: nomi semplici, onomatopeici... parola complessa però come la società che devono governare.

Io amo la politica: noi esperti in un certo argomento siamo già di fatto politici! Ma chi  pensate che consultino i politici per risolvere le tigne e le rogne? A noi della ricerca, ma magari facendoci comandare da gente scelta dalla loro  politica. Ed allora costringono ad entrare in politica anche a noi. E noi fieramente ci entriamo... Bisogna vedere con quale partito... Vogliamo il più rigoroso! Il più meritocratico. A me personalmente in questo momento - come opinionista intendo - questo rigore non  lo vedo in nessun partito. Lo intravedo nel PD,  in Italia Futura, in Fare di Oscar Giannino e in ultima istanza in Iingroia.
Tutti gli altri "avoja a manciar facioli" diceva mia nonna.