Ha perso l'Italia!

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Ha perso l’Italia. Non è il titolo di un incontro di calcio, ma il pensiero che viene fuori dai denti in questo momento, snocciolando i dati che vengono dal Viminale.

Possono gridare da una parte o dall’altra, si può rammaricare questo o quel leader ed al contempo esaltarsi quello e quell’altro, ma c’è poco di cui dire e ancor meno di cui gioire. La pancia della gente ha espresso il suo sentimento, e come ogni cosa che viene dalla pancia ha ben poco di razionale da qualunque parte la si voglia guardare.

Poiché la coscienza del governo della cosa pubblica, ed il buon governo della stessa non può essere il frutto della pancia, esso può venire solo da un razionale concepimento del bene comune. È chiaro che cosi non è stato. Che ci si esalti della impressionante affermazione del Movimento 5 Stelle (o Movimento Beppe Grillo)... che ci si stupisca (ingenuamente dico io) delle grandi capacita di recupero del vecchio Berlusconi... che si appelli alla dabbenaggine della sinistra (con sempre meno centro) e del suo condottiero Bersani... tutto questo non cambia lo stato dell’arte.

Quel che ci darà il domani è una situazione di ingovernabilità, una instabilità che tutto è meno che il bene del paese. Quel che ci darà il domani è il frutto di una intera classe dirigente che a dirla con Guicciardini ha guardato più al suo “particulare”, che non al bene comune.

Se fosse un campionato di calcio si potrebbe urlare alla vittoria seppur di misura e “tanto piacere” per chi è dopo. Ma si parla del Paese e la situazione può far gridare alla vittoria solo a dei miseri sprovveduti che perpetrano l’arte del non comprendere che tutti, dico tutti, escono sconfitti perché sconfitto è il Paese e i suoi cittadini (anche se questi con colpevole negligenza son fautori del loro male).

Poi si dilettino pure gli amanti dei numeri, dicano pure “io vinco, tu perdi”, “io recupero, tu non hai vinto”, la verità è che tutti dovrebbero avere la buona decenza di dimettersi in coro per manifesta inettitudine, e scrivo questo a ragion veduta e senza derive di “grillina” natura. Per il bene del paese ci vuole altro. Ribadisco quanto già scritto, a partita in corso, il paese ha bisogno  maggior ragione e maggior sapienza.

Ma nel gioco democratico vince chi vince, mi si potrebbe obbiettare ed il popolo ha deciso.  Ma chi ha vinto?  Ripeto ha perso l’Italia ma a sentir questi tromboni nessuno sembra accorgersene! Che dire ancora? Buon lavoro, presidente Napolitano… un semestre bianco cosi Lei non lo avrebbe immaginato neanche nei suoi incubi peggiori.