Il dovere di governare

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Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione” (A. De Gasperi). Questo dovrebbero imparare coloro che si assurgono a nuovo, ad essere per forza “anti”. Governare è un dovere verso le generazioni del domani.

E adesso dall’alto planiamo verso livelli più consoni alle nostre povere menti, perché il pensiero che si affaccia oggi non ha nulla di dialogante ma è quasi un urlo di sfida rivolto a chi sembra non voler capire. E adesso... governate!

Il voto c’è stato, la gente si è espressa ed al di la di come essa lo abbia fatto abbiamo un parlamento eletto e di eletti, ribadisco, che ha e hanno l’onore e l’onere di tirare il Paese fuori dal guado. Dunque niente giochetti e baruffe, il teatro elettorale è finito e le ripicche di chi vuole tutto e di più devono lasciare il passo alla riflessione e all’esigenze non di una parte ma dell’intero Paese.

Ragion per cui poche chiacchiere, basta scene da teatro e se non volete essere indicati come semplici giullari allora assumete su di voi la caratura dello statista, che guarda al popolo innanzi tutto e non al suo orticello (e il riferimento non è per nulla casuale). Questa è la strada: governare e farlo al meglio! La gente comprenda e segua, poiché l’interesse di ogni elettore, a prescindere da quale parte esso sia schierato, è di essere governato e governato al meglio.

Basta giocare alla principessa pura che non si lascia tangere dal losco marrano, il Paese ha bisogno di un governo e ne ha bisogno subito. Non possiamo aspettare una deriva che ripaghi i sogni e le frustrazioni passate di qualcuno, abbiamo bisogno di sana coscienza della cosa pubblica. “Cui prodest” correre a nuove elezioni? Forse al ventre di qualcuno ma non certo alla pancia triste della gente.

Dal basso credo sia utile far arrivare a lor signori un urlo: governate!

Abbia la forza Bersani (o chi per lui) di presentare un progetto credibile, all’altezza della situazione, alle Camere. Vi sia in esso uno slancio verso ciò che le gente chiede, si abbia il coraggio di affrontare quegli argomenti su cui troppo si è tentennato. Si presenti alle Camere, senza rincorrere ma attaccando nell’interesse del Paese, si lasci agli urlatori la responsabilità ed eventualmente il compito di far affondare il Paese nella melma di un stallo infinito che porti alle elezioni.

Noi cittadini, come democratici (nel senso che crediamo nella democrazia) abbiamo il dovere di sorvegliare e questo compito non lo demandiamo a nessuno. Saremo noi lì a sorvegliare e comprendere chi vuole realmente muoversi secondo ragione e chi invece, con il sogno di una assoluta e dorata maggioranza, spera nel baratro. Poiché non siamo sciocchi, non lo siamo almeno cosi tanto da non capire che in quel baratro che qualcuno vorrebbe, in quel baratro ci finiremo per primi noi gente comune (che non abbiamo neanche l’orto).

Già troppo si è giocato sulla pelle della gente.

Sono pensieri che vengono pedalando e a pedalare si fa fatica, probabilmente quindi essi son frutto di acido lattico e stanchezza. Tuttavia a pedale fermo e gamba rilassata l’idea non cambia e il pensiero nemmeno e allora… è dalla bici che vi rimando il più classico dei detti: “Avete voluto la bici? Adesso pedalate!”. E se: “ Non avete la stoffa dello Statista? Trovatela, o pensavate d’essere ancora in piazza?” Noi siamo qui … ad osservare!!!

Alla prossima…

Nota dello scrivente: L'Asino, rivista satirica fine dell'ottocento chiusa nel 1925... come potrete capire spesso è storia vecchia anche ciò che si crede nuovo.