#OpenParlamento, o meglio #OpenPolitica

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Questo periodo politico sta dimostrando fondamentalmente due cose; 1. la gente non vuole più rimanere inerme mentre il potere banchetta sulle proprie carni; 2. la politica è dialogo.

Al Movimento 5 Stelle bisogna riconoscere l'indiretto merito che, senza di loro, nè Boldrini nè Grasso sarebbero stati candidati ed eletti alla Presidenza rispettivamente di Camera e Senato (le vecchie logiche spartizionistiche da cui nemmeno il Pd è purtroppo del tutto scevro avrebbero a loro preferito Franceschini e Finocchiaro, nell'ordine).
Ma si sa che, per l'appunto, la politica è dialogo ed a volte si può anche dialogare in silenzio ed incontrarsi su punti in comune. L'unica cosa che non si può fare è accordarsi tra sordi, soprattutto se ci si grida contro. Continuerà, al di là delle prese di posizione ufficiali, più o meno realistiche ed aderenti al vero sentire dei singoli parlamentari che, amo ricordare, agiscono "senza vincolo di mandato" (art. 67 della nostra beneamata ed invidiatissima Costituzione)?

Sembra che, al contrario, le urla siano l'attuale strategia del Pdl e della Lega (che continua ad avere un volto a Roma ed uno al Nord, in barba agli elettori o forse per continuare a garantire rendite e sacche di potere altrimenti non soddisfacibili): dopo la paventata ed apparente responsabilità, adesso si grida allo scandalo dei voti grillini verso Grasso e si propugnano fortemente nuove elezioni, forti di ipotetici sondaggi a favore.

A quanto pare, non tutti hanno tratto lezione dalla batosta elettorale e dal migliore maestro di ognuno di noi: i propri errori. Così, costoro continuano ostinatamente a voler sacrificare l'Italia sull'altare del proprio potere.
Gli italiani (e sono italiani anche gli elettori di queste forze politiche, quindi anche a loro mi riferisco) non solo non lo vogliono, ma non lo meritano nemmeno.
La questione è, adesso, sapere dove andare: navigare a vista è difficilmente confacentesi alla situazione del nostro Belpaese.

Chiudo con una chiosa che è più una speranza, quella che la multiforme e rapidamente cangiante politica italiana non renda questo mio scritto a rapida scadenza.


P.S. A cosa porta l'assenza di dialogo in politica? A volersi limitare, a far la figura di newbies, come direbbero gli anglosassoni. Ad esser estremi, a far danni alla collettività. Guardate ad esempio il comportamento del Movimento 5 Stelle nell'elezione del Presidente del Senato: per non voler dialogare, si sono trovati ad esser l'ago della bilancia al ballottaggio e dover scegliere fra Schifani e Grasso. Col "rischio" (da loro punto di vista) che venisse eletto il primo, alcuni di loro si sono trovati costretti a votare il secondo, il quale agli occhi della collettività è comunque l'ex Procuratore Nazionale Antimafia ma che a ben vedere voleva dare un premio a Berlusconi per l'attività antimafia del suo Governo.