Politica italiana: parliamo di contenuti?

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Il Movimento 5 Stelle ha subito fatto parlare di sé, riuscendo persino ad oscurare il grande scandalo della politica italiana a tutt'oggi esistente in Parlamento, ovvero la presenza di Razzi e Scilipoti, che sembra essere andata nel dimenticatoio (meno male che c'è Crozza che ogni tanto ce lo ricorda).

Così, col Movimento 5 Stelle si è iniziato con i vegani microchippati e i sommelier che si volevano occupare di agricoltura ed oggi, nell'occasione delle consultazioni del Presidente della Repubblica per la formazione di un nuovo Governo, li si accusa di “occupazione di poltrone”, passando da un atteggiamento sufficiente di fronte a folklorismo politico ad un comportamento sprezzante. Cosa ci sia, poi, di insensato o di scandaloso nel voler occupare dei posti decisionali per poter attuare i propri punti di governo, francamente non lo comprendo. Parliamoci francamente: bisogna occupar poltrone per poter far sì che le proprie idee politiche divengano azioni politiche. Lo scandalo, invece, sta casomai nel come quelle stesse poltrone sono state occupate nei venti anni ad oggi antecedenti; lo scandalo, se vogliamo, si perpetua ancora oggi con persone (leggasi senatore De Siano) che al momento ricoprono addirittura 4 incarichi istituzionali, con tanto di stipendi e benefit annessi e connessi.

Di fronte a tutto ciò rimango basito. L'atteggiamento sufficiente e macchiettistico con il quale ci si è approcciati al “movimento grillino” ha aspetti preoccupanti ai miei occhi, perchè reitera l'errore fatto con Forza Italia, col Popolo delle Libertà poi ed in generale con il “fenomeno Silvio Berlusconi”: parlare di macchietta, per l'appunto, invece di affrontarne i contenuti, riducendo il tutto a mero fenomeno paranormale del terzo tipo invece di andare a verificare le istanze sociali dell'elettorato (e non mi dite che non ne sussistano, perchè state perpetuando ancora l'errore di cui sopra).

Io voglio parlare di contenuti. Qualcuno del Movimento può spiegare cosa si intende per “reddito di cittadinanza”, cavallo di battaglia della campagna elettorale “a 5 stelle”? Perchè se si intende un reddito minimo a persona (purchè sia cittadino/a italiano/a, abbia compiuto la maggiore età e sia disoccupato/a), oltre ad essere inattuabile (e bisogna aver rispetto dell'elettorato quando gli si propone una cosa) è anche anti-costituzionale, perchè lede i principi fondamentali stabiliti dalla seconda parte dell'articolo 3 e dall'articolo 4 della nostra bellissima Carta Costituzionale. Inoltre potrebbe invogliare al lavoro nero (bene che vada, se uno ha voglia di lavorare, lavora in nero mentre, risultando disoccupato, incamera anche il reddito di cittadinanza) o al “disoccupazionismo” (male che vada, di fronte a poltroni certificati; tanto, chi gliene frega, è tutto pagato...).
Qualora, invece, si intenda il reddito minimo garantito, attuato praticamente in quasi tutto il globo terracqueo occidentale, allora siamo su un altro terreno: se ne può parlare, ma il Movimento 5 Stelle dovrebbe quantomeno scusarsi con l'elettorato, riconoscere di aver preso un tal colpo di sole da stendere un cammello e riformulare la proposta, peraltro già contenuta nel programma del Partito Democratico e di Sinistra Ecologia e Libertà.

Che, poi, Crosetto su Twitter indichi che 13 dei 20 punti dei “5 stelle” sono presenti anche nei programmi delle altre forze politiche presenti in Parlamento, questo, più che rincuorarmi, mi preoccupa altamente: perchè questi punti non sono stati attuati negli ultimi 20 anni visto che le due maggiori forze politiche che si sono muscolarmente scontrate erano, in fondo in fondo, d'accordo? Riconosco che la risposta sta nella domanda ed in quel “muscolarmente” utilizzato che ha traviato le parti dal pensare al bene del Paese. Forse è anche per questo che si sono “svegliati” tutti adesso? E sì, perchè, c'è da riconoscerlo, la volontà popolare, nell'investire il Movimento 5 Stelle di quel po' po' di voto dato, è riuscita ad attuare ciò in cui hanno fallito le manovre di palazzo di Casini: creare una terza scelta politica.

A questo punto, inutile nascondercelo, sia che si formi un nuovo Governo, sia che si vada a nuove elezioni, la palla passa al Partito Democratico. Deve dimostrare se esso è divenuto in tutto e per tutto il partito che ha proposto Boldrini e Grasso quali Presidenti, rispettivamente, di Camera e Senato della Repubblica Italiana, oppure se vuole ancora essere il partito che ha imposto Bindi e Finocchiaro (con tutto il rispetto per le persone) alle primarie sui territori. Detto con franchezza, mi appello all'istinto di conservazione del testardo emiliano Bersani, uomo di apparato per formazione ma che non credo voglia facilmente abdicare in favore di altri. A meno che D'Alema... Brr, chiudo con questo brivido di terrore!