Chi entra nelle direzioni nazionali dei partiti? Ci vogliono competenza ed etica democratica

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Altrimenti vi è usurpazione legittima di posti in Parlamento ... Ed al governo

 

Il nuovo corso politico (terza, quarta Repubblica... ho perso il conto) deve caratterizzarsi dal fatto che i partiti - che sono di fatto dei semplici soggetti privati - con statuti privati - per far accedere persone in un ente pubblico - il Parlamento - devono cambiare veste statutaria, per evitare usurpazione di posti in Parlamento ed incompetenza politico-tecnica o tecnico-politica dilagante.

Questo soprattutto perché la percentuale di astensionisti - crescente nel Paese - non ha voce in capitolo in Parlamento al momento attuale (non vi è una parte di emiciclo riservata a loro): sono coloro che hanno detto no all'attuale sistema dei partiti. Una nuova legge elettorale dovrebbe essere affiancata da una legge che dica nero su bianco quale è lo statuto democratico accettabile di un partito che voglia far accedere i suoi adepti in Parlamento.

Urge quindi mettere per legge, obbligatoria, l'anagrafe pubblica degli eleggibili e degli eletti con sistema di elezione interna ai partiti, su web: tanti tesserati possono accedere a quel voto per eleggere cariche interne al partito e tante sono facce e curriculum che di volta in volta possono essere votati, dal municipio fino alla direzione nazionale del partito. Altrimenti magari un filosofo va in quella importante direzione a gestire problemi tecnologici complicatissimi - fulcro dell'attuale crisi - materie tecniche in cui ci si capisce qualcosa solo dopo 20 anni di studio... con tutto il rispetto per i filosofi intendo.

Come ho già spiegato durante la mia riflessione critica alle primarie parlamentarie PD 2012, a cui ho partecipato per dimostrare che a Roma non riuscivano in 4 giorni a far entrare in Parlamento persone competenti ed etiche (i circoli PD in quei giorni erano aperti solo per pubblicizzare certi papaveri di partito ma certo non noi societa civile lavoratrice-esperta PD) ora ribadisco il concetto in attesa di un rivoluzionario congresso PD, con tanta fiducia ad Epifani e ad Enrico Letta.

In particolare mi chiedo da cittadino prima di tutto, da persona che tiene a partito PD in seconda battuta: come si accede alla direzione nazionale PD? Io mi rendo conto che si danno ruoli all'interno di quella direzione nazionale a persone che non hanno le competenze tecniche per farlo. Questo poi diviene un danno non solo per il PD ma per il paese intero. Questo è tanto più vero quanto più debole o inesistente è l'opposizione: il nostro Parlamento a forma di ferro di cavallo invece che come gli inglesi, ben distinguendo chi governa e chi no è devastante.

Quindi il PD dovrebbe svolgere - come avviene nel nostro ambito scientifico - delle chiamate a ruoli che permettano a chi ha le competenze di accedervi e non per cooptazione dentro le federazioni o a Sant'Andrea delle fratte.

Nei circoli PD la gente non è in grado o preparata sufficientemente per rendersi conto di questo. Gli altri partiti? Non ne parliamo neanche! Ancor meno democratici e partecipativi delle competenze, rispetto al PD. Il Movimento Cinque Stelle? Peggio che andar di notte! E su quel partito lascio alle parole di Massimo Marnetto la sintesi:

In politica, la riconoscenza è nemica dell'indipendenza.

Chi eri tu, prima che Grillo ti facesse diventare deputato? rinfacciano i riconoscenti ortodossi alla libera e irriconoscente Adele Pinna. Ma la stessa domanda la si potrebbe rivolgere alla maggioranza dei politici nazionali. Il conformismo riconoscente infatti è un problema ben più vasto del Movimento 5 Stelle ed è legato al modo in cui spesso si entra in politica.

Pochi, infatti, sono quelli che arrivano ai vertici dei partiti per aver condotto battaglie di cambiamento o per "chiara fama civile".

Molti, troppi sono ex giovani che hanno abbandonato gli studi per legarsi ad un politico, che poi li ha portati alla sudata poltrona istituzionale, privi di spessore culturale, con gli ideali pieni di acido lattico da sopravvivenza, ma abilissimi in competizione politica.

L'attuale legge elettorale, poi, ha persino potenziato questa perversa dipendenza.

Così, sempre meno persone arrivano alla politica per aver difeso i diritti degli ultimi.

E sempre più per aver curato i contatti diretti con i primi.