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La non credibilità della politica condiziona lo sviluppo

Quale comun denominatore “energetico” tra il caso Calderoli, il ratto kazaco, la mancanza di nuova legge elettorale e le tensioni nel PD ?

Stiamo per andare in vacanza? Il Governo non dovrebbe farlo. Anzi dovrebbe rimanere a scrivere la nuova legge elettorale, se non si vuole dimettere per l’affare Calderoli, o per l’affare kazaco o per le tensioni interne nel PD. Quale comun denominatore tra queste quattro questioni?

Lo spread si rialza sopra i 300 punti ed il vero problema continua ad essere sempre la medesima parola: credibilità!... Mentre il vero motivo ultimo della mancanza di credibilità continua ad essere sempre il medesimo: mancanza di competenze ed etica, nell’affrontare la crisi economica-energetico-climatica-strutturale e da materie prime, in atto (pervasività di Cina, India, Brasile su mercati e sulle risorse naturali).

Quindi motivi etico-politici e motivi tecnologico-politici. Ma cosa accomuna la “non credibilità” dell’”affare Calderoli”, dell’”affare ratto kazaco”, dell’affare “tensione nel PD” e dell’affare “mancanza di legge elettorale”? Il minimo comun denominatore è: mancanza di competenze ed etica nella classe dirigente politica di questo Paese. E veniamo all’analisi di questo comun denominatore.

Il caso Calderoli: è un uomo poco colto, poco strategico, poco etico, poco competente tecnologicamente, poco avvezzo alle politiche strategiche europee, che pensa che salvaguardando le sue aziende padane dagli immigrati salva almeno quella fetta del Paese (ma è la legge Bossi-Fini che li ha resi lavoratori in nero e quindi più appetibili rispetto ai palesi lavoratori italiani!). Lui sembrerebbe non sapere che, come spiegai con un editoriale su Blitz Quotidiano del 15 novembre 2010 – ben tre anni stagnanti fa! – se non viene salvaguardato il Sistema Paese nel suo insieme, incluse le grandi forze lavoratrici degli immigrati che ben contribuiscono al PIL, ed incluse le grandi ricchezze energetiche della Basilicata, la Padania è la prima regione a chiudere le sue aziende, a causa della concorrenza cino-indo-brasiliana. In alcuni dirigenti della Lega Nord, per esperienza diretta, posso dire di aver visto che vi è una gran confusione tra rigassificatori e stoccaggi di gas naturale e che si è cavalcata spesso una politica populista della sindrome NIMBY sull’uso del suolo e sottosuolo padano, a fini elettorali. Confusione che non ammetto neanche per un mio studente universitario, figuriamoci per dirigenti di un partito, prima di governo ed ora presente in quasi tutte le commissioni di vigilanza. Quindi non competenze e non etica.

Il caso “ratto Kazaco”, non è altro che l’emblema di quanto il nostro Paese sia schiavo di una politica energetica non lungimirante, che è quella che porta a produrre energia per circa il 60% a gas naturale, unici in Europa e nel mondo – come disse Scaroni dando caviale ai maiali - come metafora di bruciare gas naturale, per produrre energia elettrica. Allora meglio subito una carbon tax che rivitalizzi le rinnovabili alla produzione del MWh (e non alla semplice installazione della pala!) e avvii anche in Italia impianti pilota di “clean coal technologies a zero emissions” vale a dire carbone pulito, con Cattura e Stoccaggio di CO2, magari abbinato a geotermia, a biomasse-rifiuti e ad Enhanced Oil Recovery nel sud italia (in Sicilia) o nei campi fuori costa adriatici (ad es. la struttura Cornelia offshore ben ospiterebbe 400-600 milioni di tonnellate di CO2 proveniente da grandi impianti a gas o a carbone entroterra). Altrimenti la famosa SEN Montiana (Strategia Energetica Nazionale) rimane un bel documento di 100 pagine e basta: Italia Futura è stato inutile che sia entrata in politica, se non modifica ora. Subito il titolo V della Costituzione, su energia. Questo perché mi capita di andare in delle riunioni in Regioni, anche molto avanzate e lungimiranti in cui funzionari - di basso livello etico e di competenze - dicano magari ironicamente: “… ma ENI ci deve dare i dati altrimenti non gli facciamo passare la VIA… noi diamo la VIA”. Come per dire: la burocrazia comanda in Italia. I dati per una compagnia petrolifera sono strategici per la sua competizione con altre compagnie petrolifere, quindi se una Regione ricatta una compagnia petrolifera per avere i dati in cambio di una VIA, meglio riportare tutto quello che è energia da sottosuolo nel comparto pubblico come ai tempi di Mattei. Quello che è insopportabile però è che funzionari simil-politici regionali o comunali si permettono poi di dare autorizzazioni per un impianto energetico (comprese le pale), dopo 3-5 anni dalla data di richiesta ! Ecco allora come sale lo spread – non appena pronunciata da parte un imbelle funzionario locale, quella frase suddetta. Quindi non competenze e non etica quale comun denominatore con il precedente punto.

Allo stesso comun denominatore ascrivo le tensioni nel PD: non essendoci più una scuola di partito, una ideologia di partito e una apertura verso le competenze – soprattutto scientifico-tecnologiche su filiere energetico-ambientali, della società civile: il risultato è disastroso. Renzi ieri tweetta, di ritorno dal mezzo tour con la Merkel: “non ci devono essere le correnti”!! Lui che ha creato la corrente dei “renziani ? Insomma in PD ognuno si crea la sua corrente mentre dovrebbe semplicemente: i) esserci un sito web con le cariche disponibili (segreteria, assessorati, premiership e quanto altro); e poi: ii) la società civile competente dovrebbe mandare il curriculum se si candida ad una di quelle suddette posizioni vacanti; e poi: iii) una segreteria nazionale PD competente (ora non lo è troppo, se affida ricerca e tecnologia complessa e rognosa a dei filosofi, con tutto il rispetto, l’amicizia e la stima), che decida in base al curriculum tecnico e semmai anche politico il vincitore, posizione per posizione, con un turn-over delle cariche. Certo non si può pretendere che un esperto in politiche energetiche europee parta a fare la gavetta di cariche dal basso: circolo, circoscrizione, municipio, comune, provincia e regione: ci son ragazzetti che hanno iniziato a 20 a farlo e non hanno mai smesso di fare quel tipo di ascesa politica locale-amministrativa, come non hanno mai svolto alcun altro lavoro e magari arrivano a 50 anni che non sanno che la Cina si sta comprando le miniere di metalli in Africa per fare le smart grids! Qui in Italia, tutti in “cabina di regia” invocano le smart grids, ma la filiera necessita miniere e perforazioni per trovare i metalli delle grids (reti). Siamo l’unico Paese al mondo che si chiede se le perforazioni (i pozzi) generano terremoti: non se “l’uso dei pozzi” genera terremoti! Come se ad un medico gli chiedi se l’analisi delle urine fa venire la cistite! Chi vuole potere su quel comparto? Le assicurazioni obbligatorie per le imprese sul rischio geologico? Bene, sia chiaro, le imprese italiane NON vogliono una tassa in più. Una assicurazione deve essere “spontanea” e se diventa obbligatoria è una tassa a favore di privati, anche se come raccontava una decina di giorni fa La Repubblica, si tratterebbe di una assicurazione “mutuale” (vale a dire che copre anche i capannoni camorristi della mozzarella alla diossina per capirci). Già in concomitanza della scrittura dell’emendamento Ecobonus da 50% a 65%, qualcuno ha provato a far proliferare mappe di pericolosità geologiche locali, tanto per far lavorare qualche commerciante del rischio, dice qualcuno ed allungare i tempi di avviamento dell’Ecobonus stesso. Bloccati in tempo. Un lavoro di squadra. Quindi mancanza di competenze e mancanza di etica come medesimo comun denominatore.

Cosa manca? Nulla, tutto quello che accade è un "unicum” di mancanza di competenze e di etica e quindi di non credibilità fino allo spread che sale.

Si faccia questa estate, dentro un convento se vogliono, come ad inizio mandato, la nuova legge elettorale, e poi tutti a casetta aspettando un governo tecnico-politico serio, di larghe intese o come si voglia, ma che mandi a casa chi non è su questo binario etico-competente che ormai tutto il sovrano Popolo Italiano desidera.

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