Governo Letta in crisi: colpa della magistratura, dell'IVA o di Telefonica?

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Crisi di governo? Ma va, quasi quasi ne sentivamo la mancanza... se non abbiamo una crisi di governo ogni 5/6 mesi, noi italiani ci intristiamo, ci sentiamo smarriti, arriviamo addirittura a pensare "Uè, e che è successo?!? Non è che lì, a Roma, si sono montati la testa e stanno facendo il loro dovere?!?"...

Ok, sono stato sarcastico a sufficienza, e vorrei tornare ad annoiarvi con dei ragionamenti politici, focalizzando l'attenzione sulle vere motivazioni di questa crisi. Ma perchè, scusa - mi chiede il "fanciullino" che è in me - ci sono di vere motivazioni e di false?!? Dubiti, per caso, che la crisi non sia dovuta alle ripercussioni in Senato della sentenza Mediaset, oppure all'assenza di provvedimenti contro l'aumento dell'IVA?!?

Ebbene sì, caro il mio "fanciullino", il dubbio mi assale, e lo fa anche abbastanza selvaggiamente. Da amante di libri gialli e polizieschi, infatti, ho imparato che l'analisi e lo studio dei tempi d'azione sono assolutamente il cardine dei procedimenti logici di analisi.

Orbene, già Polibio scriveva come, in ogni evento storico, vi siano tre cause: l'aitia, ovvero la causa vera; la prophasis, ovvero la causa apparente; l'archè, ovvero l'inizio.

Bene, in questa crisi di governo ci hanno voluto mostrare un'archè data dalle implicazioni della sentenza Mediaset nella decadenza di Silvio Berlusconi dalla sua carica di senatore. Permettetemi di non crederci: da questo punto di vista, il destino dell'ex Cavaliere è già segnato, in quanto tra pochi mesi, presumibilmente ai primi di Dicembre 2013, verrà reso definitivo il periodo di interdizione dai pubblici uffici quale pena accessoria. Da quel momento in poi, e per la durata che verrà stabilita, Silvio Berlusconi non potrà ricoprire incarichi pubblici, quindi non potrà essere nemmeno parlamentare...

Ancora, il PDL e Silvio Berlusconi stesso ci ha voluto mostrare una prophasis data dal mancato provvedimento del Governo Letta teso ad annullare l'aumento dell'IVA dal 21% al 22%, una iattura per l'economia italiana. In realtà, anche in questo caso c'è poco da prendere in giro l'intelligenza degli italiani: il nodo politico delle dimissioni di massa dei parlamentari del PDL (seppur nelle mani del loro Presidente e non di quelli dei due rami del Parlamento) non garantiva la conversione in legge del decreto ad hoc...

Quindi ci rimane l'aitia, ed i tempi di accadimento.
Nemmeno una settimana fa, esplode la "bomba" del passaggio sostanziale di Telecom Italia sotto il controllo della spagnola Telefonica. Un asset importante per l'Italia prende la direzione estera, andando per giunta verso un'azienda che non gode propriamente di salute finanziaria. Per giunta, Telecom Italia è la figlia di quella SIP statale e monopolista da cui ha ereditato anche il "servizio" delle intercettazioni telefoniche per uso giudiziario. Al danno economico-strutturale si aggiunge il pericolo per la sicurezza nazionale che il nostro Paese avrebbe con l'operazione di acquisizione da parte di Telefonica?

Orbene, proprio in questi giorni il Governo avrebbe dovuto comunicare in Parlamento in merito a questa problematica di non secondario conto. La provvidenziale crisi ha spostato l'attenzione ed i temi, ma la sostanza resta: le telecomunicazioni italiane vanno verso la Spagna. Beh, Spagna Spagna proprio no... diciamo Spagna con un po' di Tarak Ben Ammar, Ennio Doris e Mediobanca... e perchè no, un poco anche di Mediaset, che già nel 2009 con un gioco di "carambola a tre sponde" aveva provato ad entrare in Telecom Italia attraverso la controllante Telco, ovvero l'azienda oggi acquisita da Telefonica...

Ed il Governo italiano che addirittura stava pensando ad un'azione di golden power per stoppare l'operazione, o quantomeno di scorporare, e forse nazionalizzare, la rete (la vera ricchezza di Telecom Italia) del resto dell'azienda...
Ma, dico, "fanciullino" caro, siamo matti?!? Vuoi che si perda questa grande occasione?!? Ed allora? Allora ti faccio questa bella crisi, caro Governo Enrico Letta, così impari... e quasi quasi la nascondo sotto il presunto mantello della "democrazia", o del "martirologio berlusconiano"... mah!

Ovviamente, quello che si vuole, ad oggi, sono proprio le elezioni, ma non perchè si è convinti di vincere e governare. E no! Nè il "fanciullino" nè tantomeno io facciamo l'ex Cavaliere così tanto stupido da non sapere che, col Porcellum, saremo punto e daccapo... Le elezioni le si vuole solo per tre motivi:

  1. perdere tempo e far sì che l'operazione di Telefonica si concluda, col fine di mettere davanti a fatto compiuto il prossimo governo
  2. accrescere ancora maggiormente, grazie al Porcellum, i parlamentari fidi e fidati, anche perchè, di volta in volta, non appena Berlusconi dà un ministero a qualcuno/a, questi si montano la testa e pensano di poter fare a meno del "divo di Arcore"...
  3. in subordine al precedente, fermare sul nascere il progetto, a cura del duo Letta-Lupi, di smantellamento di PD e PDL così come li conosciamo oggi, per ricreare una solida ed elettoralmente vincente "casa dei moderati", affrancata dal berlusconismo e dai post-comunisti e capace di accogliere gli eredi democristiani di ambo le parti.

La cosa triste, in tutto questo, è che, come accade ormai da vent'anni a questa parte, anche nella controparte politica il nostro "beneamato" Silvio trova sponda. Il bello è che, anche questa, è ormai sempre la stessa e risponde sempre al medesimo identikit: "rossa" e coi baffi. Questo perchè, i capitani coraggiosi, che siano di Silvio (Alitalia, comprata praticamente a zero e rivenduta ad Air France-KLM a peso d'oro) o di Massimo (Telecom Italia, per l'appunto), vanno pur sempre ringraziati!

Ad maiora!

P.S. Se queste ti sembrano deliranti peregrinazioni dettate dalla notte fonda e dalla visione in TV di Bruno Vespa prima e di Marzullo poi, beh, caro lettore, sappi che sono il frutto di una mente stanca dell'inettitudine, che vorrebbe vedere nei fatti un po' di quella responsabilità che la classe politica tanto predica.