Analisi irriverente del post-primarie PD

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Torno dopo tanto silenzio, e dalle primarie PD vorrei partire per un più ampio ragionamento che parli di rinnovamento della politica. Ha vinto Renzi (ma va?), in maniera a volte schiacciante. Il sindaco di Firenze (continuerà?) ha ottenuto importanti vittorie soprattutto nelle cosiddette "regioni rosse", alla faccia di chi lo etichetta come "non di sinistra".

In realtà, Renzi aveva ottenuto importanti successi nelle medesime regioni anche alle precedenti primarie, quelle perse con Bersani, e proprio qui sta il punto: Renzi perse ieri e vince oggi non grazie agli exploit in Toscana, ad esempio, bensì per le vittorie nelle regioni "non rosse" in cui la sinistra é fatta di apparato e non di radicamento storico sul territorio (ovvero in quelle regioni in cui, storicamente, la sinistra è perdente agli appuntamenti elettorali "che contano"; io vengo da una di quelle e sono stato in Assemblea Provinciale, quindi fidatevi...).

È proprio questo il punto: oggi Renzi ha vinto grazie all'appoggio di quell'establishment che ieri, nella competizione interna con Bersani, lo contrastava. In buona sostanza, la classe dirigente si è gattopardescamente giocata l'ultima carta per sopravvivere a se stessa, soprattutto la parte ex margheritina che, sotto l'effetto governo-Letta, ha (finalmente?) deciso di affrancarsi (tutta o quasi) dall'abbraccio degli ex PCI. Che poi Renzi sia anche espressione dell'establishment lo si vede dalla nuova segreteria, nominata di slancio quasi come per attestare indipendenza di giudizio, ma in cui, a guardar bene, convivono in amorosi sensi e con pesature cencelliane renziani, lettiani ed ex-bersaniani convertiti sulla Leopolda.

Già, la Leopolda... il vero, mancato cambiamento del PD... Non voglio assolutamente mettere in dubbio la buona fede di Renzi, per carità, ma è indicativo il fatto che, da neo-segretario del PD, abbia sostenuto il dialogo col solo Cuperlo. E Civati, ex "Leopolda"? Ha ottenuto percentuali importanti, quasi quanto Cuperlo... quindi o Civati è pericoloso poichè intransigentemente innovatore, o la sua candidatura era uno specchietto per le allodole per levare voti a sinistra.

Molti si preoccupano di scissioni, di problemi per il governo-Letta. Francamente non ne vedo il motivo: politicamente parlando, sia Renzi che Alfano hanno bisogno che il governo Letta funzioni, e funzioni bene, per potersi avvantaggiare all'interno dei propri stessi alvei politici e nel frattempo creare una nuova classe dirigente che soppianti la berlusconiana e la dalemiana.
In tale ottica, si è creato un nuovo triumvirato Letta-Alfano-Renzi che, udite udite, potrebbe davvero puntare ad una riforma elettorale, perchè le loro aree di riferimento, a ben guardare, i voti sul territorio ce li hanno.

Ad esempio, nel paragone fra Nuovo Centro Destra e Forza Italia, nel primo sono confluiti tutti gli ex pidiellini che hanno un forte radicamento nei propri collegi elettorali, mentre nella seconda è andata la classe dirigente nata, pasciuta e cresciuta a Palazzo Grazioli (ma non svezzata). Quasi tutti questi esponenti politici esistono solo a Roma, a Palazzo Grazioli per l'appunto, e mostrano gravi e clamorosi flop quando si misurano nei cosiddetti "territori" (alcuni esempi: la Gelmini e la Biancofiore sfiduciate dai propri stessi gruppi, Brunetta sconfitto come candidato sindaco a Venezia addirittura nel mentre era Ministro della Repubblica...). Ecco perchè oggi Forza Italia, uscita dal governo Letta, sotto la spada di Damocle di una riforma elettorale a colpi di maggioranza, accortasi della fesseria fatta avanza la richiesta di un governo di scopo con SEL e M5S, che tanto non partorirà alcuna legge elettorale viste le notevoli differenze ed otterrà come unici risultati la caduta del governo Letta, il perpetuarsi del porcellum e le elezioni in primavera con siffatto meccanismo perverso. Anche col porcellum, però, potrebbe essere un bagno di sangue per Forza Italia al Senato: poichè la legge elettorale assegna, per Palazzo Madama, i premi di maggioranza su base regionale, chi ha davvero compreso lo spirito del porcellum tende a porre a capofila personalità con forte appeal elettorale. Il Nuovo Centro Destra, per quanto scritto prima, ne ha più di Forza Italia.

Insomma, la rivolta dei peones (quelli veri, quelli che si smazzano, casa per casa, elettore per elettore) contro la borghesia politica salottiera o di palazzo.

Tutto questo scrivere ha un "però": dimostra come i reali problemi della gente siano ancora lontani dallo sguardo di certa politica autoreferenziale. Letta, Alfano e Renzi vogliono essere il nuovo? Lo dimostrino. So che la coperta è corta, ma il nuovo è tale anche affidandosi a nuovi schemi risolutivi concreti e ben congeniati, e non a millantate asserzioni di intenti che sempre più spesso tendono a sfidare il populismo sul suo stesso campo di battaglia! Idee ve ne sono tante in giro, e su questo blog ne abbiamo mostrate a iosa (Un punto (o quasi) per Ministero, L'importanza della Strategia Energetica Nazionale, anche se non se ne parla o ancora Liberi pensieri di un cattolico democratico, tanto per fare degli esempi), adesso ci vuole la volontà del reale cambiamento dei fatti e non il gattopardesco perpetuarsi dell'insipienza!

Permettetemi di chiudere con un piccolo focus sulle primarie del PD nel mio comune, Bagnara Calabra (RC), in cui l'appuntamento elettorale interno si è connotato dell'aggiuntivo sapore di disfida (a proposito di distanza fra politica e cittadini) fra il gruppo consiliare (con Renzi oggi, fino a ieri con Bersani) ed il direttivo cittadino (con Cuperlo, quasi tutto). Bene, è finita 108 a 108: che culo!