Una fila di over 50 al gazebo, i generali e le sentinelle della legalità ferita

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Il generale in pensione della lista del candidato al centro-sinistra Rossi non voleva stare sotto al gazebo bianco bagnato dalla pioggia grigia per non sentire le scaramucce tra gli adepti di Renzi - lista Giachetti - e gli adepti di D'Alema e sinistrorsi antichi - lista Morassut - vera inutile competizione di queste primarie del Pd. Antichi e vecchi in fila. Tassativamente la mattina.

Borghesi di Prati che non lavorano più di tanto fuori dal quartiere e i parlamentari europei all'estero - in fila anche loro - non vanno alle audizioni degli scienziati per vedere le novità. Tutto già testimoniato nulla di nuovo. Borghesi di Prati che non vedono gli YouTube di Twitter e le foto delle cene di mafia capitale evidentemente. Sforzo mio inutile quanto fiero.
YouTube che vengono da Napoli dove passaggio di monete e accento "familista" per far votare la candidata renziana non sarà mai visto da quei borghesi romani piddini, che a malapena salutano noi delle liste "non ortodosse" ignorate dalla Rai, legate a generali, magistrati isolati e Popolo Viola in letargo. Ora quelle liste non ortodosse si dovranno coalizzare in emergenza perché 28000 romani sono nulla rispetto a 4 milioni di romani che quelle file di vecchi non le hanno fatte.

Forse era e sarà il mio ultimo tentativo di salvare la parte buona del Pd, quella che con Pedica doveva e dovrà attuare il "Patto dell'Antinazereno". Ma ce la faremo: generali, servizi non deviati, boiardi dell'energia non corrotta, giovani competenti onesti e non burocrati di partito... ovvero gente che non ha mai avuto un lavoro vero ma non ha neanche fatto scuole di Pubblica Amministrazione, dottorati, Master ed il tutto mentre aumentano le intimidazioni a noi opinionisti ed ancora di più a certi giornalisti di professione ormai ricattati e vessati.

La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, italiane e straniere, è stata istituita anche nella XVII legislatura, con la legge 19 luglio 2013, n. 87: la prima Commissione era stata istituita nel 1962. La Commissione effettua il monitoraggio sull’attuazione della normativa di contrasto alla mafia e alle altre organizzazioni criminali, ivi inclusa la legislazione sui pentiti e quella sul regime carcerario speciale e formula proposte per rendere più efficace l’iniziativa delle pubbliche amministrazioni: finalmente qualche giorno fa è stata approvata la relazione della Commissione Antimafia Stessa: http://www.articolo21.org/2016/03/antimafia-lapprovazione-della-relazione-della-commissione-e-unottima-notizia/. E’ qui evidente – spiegava Bolzoni a Radio radicale la settimana scorsa (https://www.radioradicale.it/scheda/468702/speciale-giustizia) che la connivenza tra progetti PON universitari e dei centri di ricerca ed industria malsana per sperperare mafiosamente i soldi pubblici – soprattutto europei – è la nuova filiera dell’illegalità. La mafia uccide ora… intellettualmente.

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