Un "in bocca al lupo" a Davigo e due parole sul dopo-referendum, comunque vada

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Sul referendum sulle “trivelle” pare che io – se mi occupo di rischi del sottosuolo – non mi debbo esprimere secondo certi simpatici cittadini. E sia. E come se si dicesse ad un medico di non esprimersi su una epidemia. E sia. In ogni caso dico: un unico quesito rimasto per il referendum del 17 Aprile 2016 è inutile perché si vota di fatto solo sulla DURATA delle concessioni. Ovvio che ci sono dei pro e dei contro per le diverse durate – finita o indefinita - : le licenze e permessi petroliferi se durano indefinitamente i “possessori” poco tendono ad evolversi con nuove tecnologie di estrazione petrolifera “low carbon”, incluso l’Enhanced Oil Recovery tramite stoccaggio di CO2 (EOR-CO2); nel contempo lasciare durare i permessi alle lunghe permette di non smantellare piattaforme e produrre solo in caso di necessità, di urgenza delle riserve strategiche, vale a dire IN GUERRA. SI, IN GUERRA, A BREVE SAREMO IN GUERRA. E poi ci sono le royalties, ma su queste basta una leggina apposita che fa pagare alle brutte ai  “possessori” qualcosa in più e si risolve comunque vada il referendum. In ogni caso anche per avere questi “garages” improduttivi ma in loro possesso devono pagar royalties adeguate perchè rimangono con il gioiellino del sottosuolo ad uso esclusivo loro e se vi è bisogno son loro che lo tirano fuori, magari  dopo anni “indefiniti” (alzando il prezzo del venduto ovviamente, come in tutte le economie di GUERRA). Questi sono solo alcuni dei quesiti “tecno-geopolitici che noi “esperti” di settore ci poniamo quando arriva un referendum popolare mono-quesito complesso, comprensibile solo da 1% della popolazione.

Ma abbiamo detto che non voglio parlare del referendum delle “trivelle”. Non ho diritto secondo i suddetti, sono troppo esperta e coinvolta sul campo. Mi azzitto. Mi comprimo. Piuttosto voglio parlare di come si è arrivati a tutto questo: a questa mancanza di credibilità della politica, anche energetica, tanto da portare i cittadini – giustamente indignati e diffidenti – a volere trasformare questo suddetto quesito tecnico referendario in battaglia politica. Se si risolve questo vulnus si può andare avanti in questo martoriato Paese. Paese martoriato dalla politica impreparata a da affarismo degli impreparati, magari figli della stessa madre, sicula, calabrese, campana, emiliana, lucana. Ho citato per ironia le regioni più corrotte, lasciando al Lazio il primato della Regione più negativa per il giornalismo di indagine, di cui mi occupo da qualche anno a tempo libero, quasi pieno, visto il livello di corruzione ed incompetenza tecno-politica della classe politica.

I 300 milioni per il suddetto referendum li avrei usati per attivare uno o più progetti di cattura e stoccaggio di CO2 quale gas serra proveniente da centrali a gas o a carbone, per poi insegnare il tutto a cinesi ed indiani o avrei speso questi 300 milioni in ristrutturazione energetico-archeologica di Palmira in Siria, tramite ditte italo-siriane, con geotermia italo-siriana – possibilmente senza affaristi siculo-pisani trogloditi – per far tornare ad esempio 30000 immigrati al loro Paese, con pale e piccone prima e con giacca e cravatta poi, con micro-credito femminile alle siriane prima e donne felici poi, almeno per 20 milioni di euro su 300 del referendum, perché le donne non si ubriacano, non si sballano e devon crescere i figli lavorando per farne meno, per avere scuole con pochi bambini, ma preparati, nella NUOVA PALMIRA.

Si vada comunque e di corsa a votare al referendum sulle “trivelle”, si voti SI o NO non importa, va bene tutto, purchè si torni a far politica attiva, a studiare ed a pensare alla scienza ed alla tecno-politica. Si perché il quesito referendario è meramente tecno-politico e non politico come da destra e da sinistra sembrerebbe, quindi quesito non adatto a tutto il popolo, che al massimo sa come è fatta la sua automobile e non certo come è fatto il complesso sottosuolo geologico.

Insomma un quesito tecnico o tecno-politico che non è da referendum da dove proviene? Come nasce? Nasce dalla impreparazione dei parlamentari che scrivono le leggi e dalla fuga dei bravi tecnici funzionari della Camera che lavorano nell’ombra nei gruppi parlamentari. Scappano perchè il loro posto se lo vogliono prendere i politici senza nè arte nè parte, che son rimasti senza finanziamento pubblico dei partiti. Che lauree hanno questi parlamentari o quelli nella Commissione VIA ? I referendum su acqua, nucleare, su trivelle son robe da geologi, geochimici ,ingegneri nucleari ed i giovani italiani invece vogliono subito… tutto:  “meglio cummannare ca futteri”, magari con una triennale in “ingegneria gestionale” e quindi vogliono arrivare subito ai vertici delle strutture, senza fare gavette, soprattutto gavette all’estero. Se si pensa che Renzi ha fatto il suo stage nella ditta del padre mono-dipendente a tempo indeterminato (Brrrr che Paura disse su di lui Davigo! Grande!) ! Si capisce il livello del Paese. Da qui i referendum mal posti o posti a questo punto con pochi quesiti.

Si chiude quindi il cerchio: questo non è un referendum sul SI o sul NO alle cosiddette “trivelle” come lo si è fatto divenire, ma semplicemente sulla durata delle concessioni delle piattaforme marine entro certe miglia dalla costa. Tutto e semplicemente qui,. In un contesto invece in cui il referendum  è diventato un SI o NO al malaffare di una parte scoperchiata di questo Governo. D’altra parte se al cittadino gli togli la lupara, gli togli le molotov, gli togli le interrogazioni parlamentari (non lette, non risolte dai ministri…), gli togli dei bravi parlamentari che scrivono le leggi energetiche,  etc… NON GLI RIMANE CHE IL REFERENDUM PER TUTTI I CABBASISI !!!! Se per mesi ANAC non risponde ad un episodio di anticorruzione o un ministro non risponde ad interrogazioni parlamentari, i PM sono oberati di domanda di Giustizia e non sa più che pesci prendere: si cominciano a bloccare le piazzole dei pozzi e le piattaforme. Tutto e semplicemente qui.

Quale parlamentare POLITICO si è posto con dovizia di scienza e coscienza il problema che per lasciare le riserve strategiche nel sottosuolo a disposizione per la futura  GUERRA, si, la futura GUERRA di casa in casa, di cashba in cashba e senza che gli F35 abbiano il benchè minimo utilizzo, servirebbe per ora lasciare gas ed olio nel sottosuolo adriatico, dove riposa in pace da milioni di anni, per averne a disposizione - un briciolo- quando davvero servirà, seguendo la fiaba della cicala e della formica?  Di questo si tratta in Adriatico il 17 Aprile: quanto olio e gas dobbiamo mantenere come riserve strategiche rispetto alla domanda attuale Italiana con il business as usual ed un PIL ancora basato su obsoleti indici di scambio di valuta e LAVORO invece che su SAPERE, SALUTE E SICUREZZA, quindi su qualità della vita. Se non si cambiano gli indici del PIL sarà GUERRA e quindi quello schizzetto di olio e gas adriatico io me lo terrei per quando i rubinetti dei tubi ucraini saranno veramente chiusi, invece che rovinar turismo pugliese. Ma qui pure taccio per conflitto di interessi, perchè ho la casa nella casbha Ostuni, altrimenti qualche giornalista mi accusa se parlo pure di turismo pugliese. Ostuni è quella cittadina arabica dove in estate canto, suono percussioni come la darabuka e ballo con africani, siriani, armeni, musulmani e vedeste come non pensano a bombardare le casbhe!

A Piazza Pulita il giorno 11 Aprile 2016 – a 6 giorni dal referendum – han raccontato che “36 piattaforme ENI hanno acqua di reiniezione che ISPRA dice emettano metalli in traccia (ndr non è che il presidente ISPRA,  condannato al terzo grado, siccome magari qualcuno di Renzi gli ha fatto balenare che se ne deve andare, sta alzando il tiro ? Mantenere un condannato di tal tipo al comando di ISPRA non giova per QUESTI motivi!!!).  Tutti parlano, parlano, ma in pochissimi – e mi ci metto anchio che lo feci presso l’ENEA negli anni ’80 – han fatto tesi di laurea o dottorato sugli elementi in tracce nelle acque e conoscono il fatto che le auto elettriche, tanto decantate da certe sigle ballerine a secondo dell’aria che tira,  han batterie fatte dagli stessi metalli che escono dalle piattaforme petrolifere in acqua (diluizione nelle immediate vicinanze, per chi non conosce la mobilità geochimica degli elementi). Son metalli estratti con il sudore ed il sangue nelle miniere africane gestite da aguzzini cinesi. E’ bene che gli pseudo-ambientalisti letterati lo sappiano.

Sappiano che ogni filiera ha le sue materie prime ed i suoi impatti e la sua velocità di abbattimento dei gas serra, per unità di territorio, per unità di tempo (densità energetica per area per tempo). Tutti sanno tutto, tutti vogliono andare in Parlamenti senza aver studiato le complessità e questo è inaccettabile come è inaccettabile un ministro che parla della Borsellino come persona da eliminare.



Ed allora veniamo al dunque come da titolo: Davigo con la sua adorabile quanto necessaria Associazione ANM venga in mezzo alla Scienza Offesa, venga tra noi: deve allontanare subito, immediatamente, dalla gestione degli enti pubblici sia i populisti del no NIMBY (comunque disonesti... intellettualmente si intende) sia e soprattutto gli affaristi del monitoraggio ambientale (quelli disonesti anche penalmente). Quindi le parole proferite l’11 Aprile 2016 da Davigo – che peraltro ha spiazzato ironicamente l’”allineato” buon Paolo Mieli con parole di fuoco – “Se gli articoli di giornali non sono pertinenti esiste la querela… le regole di querela già ci sono”. Mi viene da aggiungere: se gli articoli di giornale piccanti non sono querelati e quindi veri, i ministri debbono prendere i responsabili e – politicamente e non giudiziariamente – devono allontanare i corrotti, deboli, fallaci, inadeguati, mediocri etc.cc SENZA FAR INTERVENIRE SEMPRE E SOLO LA MAGISTRATURA OBERATA DI CAUSE. INSOMMA LA MAGISTRATURA ARRIVA SE LA POLITICA è MANCANTE. Continua Davigo “Il PM cerca la notizia di reato”. Allora chiediamo umilmente a Davigo di cercare la notizia di reato nei NOSTRI giornali di ricerca, nel nostri dipartimenti, enti, università, ora infiltrati da certi mafiosi che han comprato lauree e dottorati in Svizzera, che se son corrotti perche provenienti da un paese che tiene i paradisi fiscali in vita, saran corrotti pure a selezionar classe dirigente scientifica. A breve il mio libro “La casta debole delle Scienze della Terra” farà tremare parecchi rampolli del sud Italia ed emiliani. Davigo cerchi la “notizia di reato” nei populisti della “previsione facile” o viceversa negli insabbiatori dello studio certosino sulle previsioni a breve termine, soprattutto se con la veste di assessori e membri di commissioni sul rischio geologico. I peggiori son gli affaristi del monitoraggio:  massima concentrazione in Sicilia, Basilicata, Emilia. Tutto già presso le Procure: nostro Davigo dacci una occhiata.

Ancora a Davigo direi, quindi, se può dare una mano a quella magistratura giovane e silente  che per il troppo lavoro fa ancora giacere per mesi ed anni in procure le denunce che riguardano il malaffare nella Scienza, a meno che qualcuno non dia una accellerata a tali “bubboni” della ricerca italiana sul sottosuolo. Se almeno prima vi erano dei singoli “baroni” scientifici , che detenevano un potere severo ma spesso autorevole e non autoritario, spesso illuminati, lungimiranti, senza spin off al seguito o senza  società intestate a generi o cognati, adesso sono arrivate le orde dei mediocri complessati e quindi incapaci di essere autorevoli e che scadono nel divenire autoritari che è l’esatto opposto dell’essere autorevoli. Siamo arrivati all’affarismo puro, al ricattuccio scientifico ad esempio verso il Ministero della Difesa, da parte di falsi esperti su argomenti da una parte strategica quanto dall’altra necessitante persone oneste  - es. il campo delle scie chimiche o il campo delle competenze sulle esplosioni nucleari (si vedano le cronache delle cariche pseudo ONU sul controllo delle esplosioni nucleari, ottenute tramite amici di amici, e che vanno a donnine durante le esercitazioni in Russia: tutto sarà noto a breve perché inoltrato alla Magistratura da personale informato dei fatti. Si faccia tutto questo per evitare “speculazioni” e “strumentalizzazioni” di pezzi della Difesa nostrana, come quelle emiliane della commissione Ichese in Emilia, citate da Franco Terlizzese… grande vecchio del sottosuolo  tenuto “fuori” dalla Guidi.

Chiediamo in conclusione a Davigo prioritariamente questo: URGENZA nel risolvere le pratiche perchè sia il Potere Legislativo che il Potere  Esecutivo sono ormai lenti, deboli, distratti, quando non corrotti, doppio-giochisti, silenti sulle rogne, pensando che noi onesti siamo anche fessi e non conserviamo tutte le mail e gli sms.  Se è vero quanto detto in quella trasmissione – e vale a dire che si han sul campo 100 operatori DIGOS nelle moschee perché si han solo 1-2 osservatori non DIGOS  per ogni ente di ricerca o dipartimenti universitari? Davigo ci sembra persona ideale per mandare avanti il vero “reset” ed è ironico sufficientemente per risolverci questi problemi  e darci le nostre soddisfazioni quando dice “Se litighiamo con tutti è già un segno di imparzialità…. In Italia è la DOMANDA di GIUSTIZIA il problema, migliaia di esposti… La domanda di GIUSTIZIA è patologica… Vi è qualcosa che non va nella domanda” Il patos nasce dalla politica inadempiente … da cui la domanda verso l’altro potere, quello giudiziario.