In politica, la luna di miele dura sei mesi

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La mia riflessione ha un tono generale. Una sorta di memento.

Se vogliamo porla sul piano nazionale di questi ultimi giorni, Giorgia Meloni studia da premier da 30 anni, con Storace come primo mentore, Fini come originario esempio da emulare e con un obiettivo, da sempre: consumare la sua vendetta su Berlusconi per quel palco del 2009. Anche se, come tutti i partecipanti di quella stagione politica, sarà per sempre "caratterizzata" dal voto in Parlamento per attestare che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Non è questo, peró, su cui voglio soffermarmi.

L'on. Meloni, Presidente del Consiglio in pectore, sarà la prima donna ad essere nominata tale (a meno di cataclismi) nella storia della Repubblica italiana: i cosiddetti "conservatori" di destra hanno superato i cosiddetti "progressisti" di sinistra anche in questo. Avrà, ovviamente, una sua linea politica, che potrà far valere pesantemente all'interno del centrodestra visto il risultato elettorale e che potrà piacere o meno, ma l'on. Meloni, sin dai tempi di Alleanza Nazionale, sa bene cosa significhi tenere un profilo istituzionale, a differenza della Lega con quei suoi aspetti "folkloristici" mai sopiti sui prati di Pontida e soprattutto quella sua ambiguità sui rapporti con la Russia. Ne è dimostrazione l'ultima parte della campagna elettorale, in cui la Meloni è apparsa maggiormente impegnata a mostrare il lato rassicurante con profili istituzionali tipo Terzi di Sant'Agata e Pera, a fronte delle intemperanze, per usare un eufemismo, russofile di Berlusconi e Salvini intenti piú a crear danni all'alleata Meloni che al resto.

Proprio per questo, condurre una campagna elettorale solo sul "o noi o loro", parlando solo dello spettro fascista è stato riduttivo. Per essere chiari: non condivido la linea politica della Meloni e riconosco che vi sono frange nostalgiche del ventennio di dittatura mussoliniana tra i suoi seguaci, cosí come vi sono frange nostalgiche staliniste nel PD (a proposito, vorrei vedere ambo le parti a vivere in dittatura, comunque...), ma riferirsi solo a quello è riduttivo. Si puó condividere o meno una linea politica, ma buttarla in tragedia è come buttarla in caciara ed è un segno di debolezza perchè equivale a non fidarsi dei pesi e contrappesi istituzionali e democratici che la nostra Repubblica si è data dopo la Seconda Guerra Mondiale, sulla base di quella Costituzione sulla quale ogni Governo deve giurare ed alla quale deve tener fede, anche quello della Meloni. Ancor di piú, le persone vogliono capire che linea politica si ha per migliorare la condizione attuale, guardando alle difficoltà e dicendo alla gente comune cosa si vuol fare per aiutarla, perchè saranno poche le persone che avranno nostalgia del passato se migliori loro il presente ed il futuro.

Proprio per questo, anche i nostalgici di fez ed orbace (senza peraltro aver vissuto le restrizioni alla libertà, le tragedie della guerra, la povertà e le ingiustizie arbitrarie del potere di quel periodo) avranno grosse sorprese, a mio avviso. Anche da ció la luna di miele semestrale.

Comunque il lunedí il sole è sorto lo stesso. Pure il martedí, anche se oggi qui piove. E sorgerà pure nei giorni a seguire, finchè il buon Dio vorrà.