Tre punti di domanda per la campagna elettorale

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In questo scritto non mi voglio dilungare parecchio, sarebbe non solo inopportuno nei confronti del lettore, ma anche contrario al mio stesso "momento interiore". Pertanto permettetemi di scrivere pensieri sparsi e prendeteli come tali.

Ieri ho assistito interessato alla "proposta choc" di Berlusconi. L'interesse era vero e non ironico, perchè volevo capire davvero dove poteva arrivare questa campagna elettorale. Avendo, infatti, raggiunta l'età della ragione, ho imparato a soppesare le dichiarazioni di chicchesia, documentandomi e valutando le cose con la mia intelligenza (più o meno sviluppata, non sta a me autoincensarmi), uno sport che purtroppo sembra sempre meno di moda. Non starò, quindi a fare il cosiddetto fact checking alla proposta del co-fondatore PDL (ne potrete trovare una interessante su "La Stampa", non proprio un quotidiano comunista... se poi è addirittura Tremonti a bocciarla, è tutto dire...).

Espressamente e senza giri di parole, ritengo che questa sia una delle campagne elettorali più squallide della storia repubblicana italiana, se non la più squallida. Litigi, urla, rincorse a chi la spara più grossa o all'autoincensamento, mentre la congiuntura internazionale imporrebbe sobrietà negli interventi e nelle proposte, ma soprattutto necessità di programmi organici e puntuali.

Immagine tratta da Wired.itSinceramente, sembra che la rincorsa alla gestione del potere sic et simpliciter abbia generato una mediocrità della classe dirigente, che non riesce più a cogliere il "senso dei tempi". Poichè le cose da fare sarebbero davvero tante, mi basterebbe avere tre/quattro punti cardine, prioritari, da portare a termine nemmeno entro i famosi "primi 100 giorni di governo", bensì mi accontenterei anche del primo anno. Punti essenziali che rispondano ad esigenze di dignità della persona e dei suoi bisogni, avendo sempre al centro il fatto che essa è pur sempre un "animale sociale".

È questo, infatti, il grande pericolo che vedo oggi (e mica tanto all'orizzonte, anche molto più vicino): la disgregazione del tessuto sociale. Un giovanilismo imperante secondo il quale un parlamento di sessantenni non può legiferare a favore delle nuove leve, dimenticando forse l'età dei propri genitori... un conservatorismo legato al mantenimento dello status quo, spesso nascosto come tutela di diritti acquisiti, dimenticando forse che, a furia di erodere, non rimarrà nessuno da difendere perchè non ci sarà più nessuno che acquisisce diritti... un clientelismo che fa male persino a chi ne beneficia, in quanto si accetta di esistere solo come entità estroflessa del "mecenate" di turno, dimenticando, forse, che questi prima o poi dovrà pur morire...

Ma, a scanso di equivoci, ritornando nell'alveo della filosofia di fondo che ha portato alla nascita di questo blog, esprimo i miei punti fondamentali, ai quali vorrei che le parti politiche dessero risposte circostanziate.

Lavoro ed economia, con annessi  e connessi in termini di giusta ed equa remunerazione, libera iniziativa e preservazione dell'utilità pubbica, riconoscimento del giusto merito in un contesto di sana e costruttiva emulazione verso l'alto, riconoscimento della dignità del lavoro nelle sue varie forme.
Famiglia e sua tutela, con tutto quanto ciò comporti: condizione della donna, assistenza all'infanzia e alla senilità, sostegno e riconoscimento della dignità della disabilità e della diversità sociale in generale.
Cultura e formazione, non tanto vista meramente in termini aziendali con l'aumento degli standard qualitativi di apprendimento seppur appannaggio di pochi, quanto con la tensione che detti standard siano raggiunti da molti nel rispetto della specificità delle proprie inclinazioni personali, ridando così dignità ad ogni percorso formativo; altresì, riconoscimento dell'utilità della speculazione scientifica ed umanistica quale forma di progresso e sviluppo dell'uomo e della società nelle sue varie forme e nei vari contesti dello scibile umano, parimenti degni.

Non mi sembra poi di chiedere così tanto...

P.S. A proposito della proposta choc di Berlusconi: se mai dovesse essere applicata, sia ben chiaro che chiederò immediatamente all'Agenzia delle Entrate gli interessi sull'IRPEF versato, non dovuto e non ancora restituitomi