Governo Letta. Quattrocchi: persone incompetenti fuori dalla politica, seguendo le parole di Letta
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- Pubblicato Sabato, 27 Aprile 2013 13:30
- Scritto da Fedora Quattrocchi
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In Italia i giovani si affacciano alla politica privi di competenze e studio, lasciando fuori chi, nel silenzio, magari è arrivato a cinquantanni ed ha competenze ormai da dedicare alla politica: basta carriere politiche facili!
Il merito nelle istituzioni e basta stipendi facili grazie ad una proposta di legge.
“Cercherò di fare un Governo con persone competenti” ha detto Enrico Letta in diretta streaming, di fronte alla delegazione di Movimento 5 Stelle il 25 Aprile scorso. Ma come si formano le “persone competenti” in questo Paese? Studiando! Chi studia al giorno d’oggi? Quasi più nessuno. E perché? Perché non conviene! Le delizie proposte dalle carriere politiche di tutte le fasce e giurisdizioni (Circoscrizione, Municipio, Provincia, Regione, Camera, Senato, Parlamento Europeo e relativi segretariati, assessorati, porta-borsa, etc.) sono molto maggiori delle delizie proposte dalle carriere di studio “vere”. Se questo trend si invertisse, in termini di stipendi, visibilità e potere, il Sistema Paese decollerebbe letteralmente! Ora, al contrario, è nel baratro, soprattutto per questo corto circuito improrio tra “sapere” e “responsabilità”.
La crisi etico-politico-economica italiana sta tutta qui e l’inizio della sua risoluzione avrebbe una via: nell’inversione di questo trend ed introducendo una legge, che io richiedo da tempo, piccola che sia, fin da quando fondai nel 2005 un piccolo Partito “Rinnovamento Politico Italiano”. Esso è rimasto senza adepti praticamente, perche era fatto di giovani e meno giovani portati per la “democrazia meritocratica ed etico-partecipata”, poi confluiti sostanzialmente nel Movimento 5 Stelle (“etico-partecipato” si…. ma non sufficientemente “meritocratico”), mentre io tornavo nel 2009 in zona ideologica PD a causa di: i) evidenti divaricazioni ideologiche su temi di energia/ambiente tra me e M5S e: ii) evidenti scollamenti tra quel movimento M5S e la “meritocrazia” soprattutto nel mio campo, scientifico-tecnologico. Mi piacerebbe tornare a discutere con quei ragazzi di M5S, 4 anni dopo quella biforcazione (… essere etici è facile, ma … essere etici e preparati-competenti… contemporaneamente, non è altrettanto facile…). Molti nel PD sono per un dialogo trasversale tra partiti meritocratici ed etici, di destra o di sinistra che siano. Nulla o quasi è la volontà di interfacciarsi con quelli che non lo sono.
Tale legge che propongo dovrebbe recitare circa le seguenti parole: “In qualsiasi giurisdizione pubblica o privata – inclusi i partiti ed il Parlamento – lo stipendio degli afferenti (dipendenti, collaboratori, consulenti, etc…) non può superare 3 volte quello di chi svolge la massima carriera nel “sapere” (ricerca, università, etc…) - considerando che l’acquisizione complessa del “sapere”, soprattutto quando abbinato a “responsabilità” e “rischio” - in tanti campi dello scibile - comporta la massima difficoltà lavorativa ed il massimo “rischio professionale”. In quanto tale essa deve avere il massimo livello retributivo stipendiale in seno alla Repubblica Italiana, o quanto meno non superabile di quella soglia certa, in nessuna giurisdizione nè pubblica nè privata. Nel contempo, in nessuna giurisdizione nè pubblica né privata, la differenza massima di stipendio tra l’ultimo degli impiegati e l’Amministratore Delegato o il Presidente può superare le 20 volte.”
Oggi, in tante situazioni operative – soprattutto tecnologiche - di vari campi dello scibile, si arriva a pagare di più “politici” incompetenti ed impreparati, che alla fin fine non si prendono alcuna responsabilità, rispetto agli esperti/scienziati che, non solo decidono le tecnologie di cui vive la cittadinanza tutti i giorni (es. nel ciclo dei rifiuti, in campo energetico, nella sicurezza, nel trasporto, etc…), ma, qualora vengano avviate delle inchieste su di esse o durante il loro utilizzo, essi sono i soli ad essere colpevolizzati se qualcosa ha comportato danni, anche quando magari il loro parere scientifico doveva essere solo un parere non vincolante ed i “politici-amministratori” del caso restano illesi, magari accollando - a posteriori - le responsabilità di danni sugli scienziati-esperti, svincolandosi loro medesimi dalle colpe. Questo trend ha bloccato industria ed investimenti in Italia, insieme ai tempi della burocrazia e della Legge. Questo trend scomparirebbe del tutto se a fare i “politici” andassero direttamente persone “esperte” e non impreparate ed incompetenti, come avviene oggi per il 90% dei politici, sostanzialmente perché approdano alla politica senza una adeguata preparazione e perché spesso non hanno altro reale lavoro.
Nel contempo non è più accettabile che vi sia una divaricazione enorme tra stipendi all’interno di una medesima giurisdizione pubblica o privata che sia, di magari 800 volte tra due ugualmente umane categorie di lavoratori. Questo si verifica anche quando gli Amministratori Delegati o i Presidenti di esse hanno mandato in malora le loro aziende o i loro enti.
Ma torniamo alla fatidica frase di Enrico Letta: “Cercherò di fare un Governo con persone competenti” .
Se un qualcosa di estremamente attraente economicamente (stipendio, indennità, visibilità, potere e quanto altro, comprese “figure femminili a disposizione” per certe forze politiche) ed a cui ci si accede, di fatto, per “chiamata diretta”, ha bisogno di meno studio rispetto a una carriera di ricerca e di “alta formazione” (Amministrativa, Diplomatica, etc…), ovvio che tutti i giovani senza arte ne parte italiani e che non hanno voluto continuare a studiare tra i 20 ed i 30 anni (siano essi di qualunque partito), finiscono a ronzare intorno a candidature politiche, piuttosto che ad un concorso pubblico per ricercatore, tecnologo o ad un Master Internazionale per alta amministrazione o ingegneria energetica.
Posso concludere dicendo che i giovani “politici” del PD, visto che le cosiddette “scuole di partito” non esistono più, caro Enrico, non sono preparati ad entrare in Parlamento (quelli PDL meno ancora magari, soprattutto nella materia: “Etica dei personaggi pubblici”; e quelli del M5S ancora meno, soprattutto nella materia: “Tecnologia e filiere scientifiche in evoluzione”).
Tutti invocano i trentenni o quarantenni a rinnovare la politica italiana, ma attenzione: i 20 anni di studio che servono - magari in parallelo o in aggiunta a 20 anni passati a governare una azienda all’avanguardia - sono più tipici dei cinquantenni e sessantenni che non dei trentenni o quarantenni.
“Io cercherò di fare un governo con persone competenti”: buona caccia Enrico Letta ed occhio alle persone più in prima linea sulle rogne vere del Paese o a coloro che lavorano con tanto di dottorati, cattedre da due soldi e master, nel silenzio assordante dei mass-media, sugli argomenti più cruciali della crisi energetico-climatica-economica del Paese. Un esempio per tutti: SKY diretta che da ore intere al movimento di Grillo per la diretta dalle piazze e meno di 5 minuti a noi esperti-scienziati per spiegare le tecnologie con cui dobbiamo convivere tutti i giorni: non spiegandole, tutti vogliono tutto, ma non “dentro il loro giardino”.
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